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C'è una cosa che unisce due protagonisti della cultura, Goffredo Parise e Raffaele La Capria ed è Capri.

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L'isolail cui nome è iscritto nel mio» (Minerva Edizioni). L'idea l'ha avuta, come dice La Capria, il grande fotografo Lorenzo Capellini che aveva già fatto un libro simile con Goffredo Parise «Veneto barbaro di muschi e nebbie». Capellini ha seguito La Capria attraverso i vicoli di Capri, quelli lontani dal flusso turistico, e ha colto con le foto i luoghi della memoria, dell'ispirazione letteraria ma anche quelli della vita privata con la moglie Ilaria e le figlie. Le foto sono legate ai ricordi di La Capria che ripercorre gli anni «della squattrinata giovinezza» fino a quelli delle notorietà. Ecco la strada di Krupp che «si snoda come un serpente dalla pelle squamata», La Capria davanti alla macchina da scrivere nella terrazza con vista sui Faraglioni, l'acqua cristallina, le spiaggette di Cala Ventroso. L.D.P.

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