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Quando l'Italia snobbava i Beatles

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Nel libro fotografico di Brizi e Becker esordi e successo del quartetto di Liverpool

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Primache i Fab Four diventassero baronetti non tutti sapevano con chi avevano a che fare. I primi passi di una band sono sempre difficili ma quando si tratta dei musicisti che avrebbero cambiato la storia del pop fa ancora più scalpore. Anche di questo si parla nel libro fotografico «The Beatles in Italy», curato da Franco Brizi e Maurizio Becker. I due critici e storici della musica raccontano a parole e mostrano attraverso centinaia di fotografie la parabola artistica dei quattro musicisti inglesi e il modo in cui la stampa italiana li ha prima snobbati, poi scoperti e infine osannati. La riproduzione dei biglietti dei concerti, gli articoli dell'epoca e mille memorabilia fanno il resto rendendo questo libro appassionante per i cultori dei Beatles e per i neofiti del pop. Impressionante la mole di documentazione diretta raccolta e interessanti i racconti dei testimoni dell'epoca. Su tutti Peppino Di Capri, star coi Fab Four durante i mitici concerti romani al Teatro Adriano del giugno 1965. Il racconto di Di Capri non lascia dubbi. «Vedevo questi dischi dei Beatles circolare sulle scrivanie della Carisch senza che nessuno si decidesse a pubblicarli - racconta il cantante - E gli dicevo: "Ma che aspettate?" Ma loro non ci facevano caso, non ne vedevano la ragione, lo consideravano uno dei soliti gruppi. Dopotutto erano persone di una certa età, non appartenevano alla mia generazione, erano solo dei signorotti milanesi in giacca e cravatta, senza la più pallida idea di quale fosse la musica del momento. Anche se, per capire chi erano questi Beatles, sarebbe bastato dare un'occhiata a riviste come "Billboard"». Nell'introduzione di Maurizio Becker vengono passati in rassegna gli otto anni di storia del pop che hanno cambiato la musica. Dal primo 45 giri datato 1962 e intitolato «Love me do» all'ultimo long playing «Let it be», inesorabile canto del cigno. Nel mezzo otto anni di gavetta e successi, salti nel buio e passi in avanti. Il racconto dei tanti sogni che si intrecciano a quello musicale. Come quello di Rossana Lanfiuti Baldi, la giovanissima fondatrice del fan club italiano. L'ha creato dal nulla, rimettendoci di tasca propria e facendo la spola tra L'Aquila, Cagliari e Liverpool dove andò persino a conoscere la mamma del suo beniamino, «the quiet one», come Lennon chiamava George Harrison. Poi la fama baciò i Beatles e il fan club, fino all'abbandono di un'impresa diventata troppo onerosa. Manifesti, gossip e la consapevolezza di essere entrati nella mitologia contemporanea. Dal 1970 al futuro.

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