Sanremo «vince» le elezioni
Cosìha detto Fabio Fazio dopo aver saputo che le date del Festival di Sanremo restano confermate: da martedì 12 a sabato 16 febbraio. Il conduttore e direttore artistico della prossima edizione si era anche concesso, pochi minuti prima della comunicazione ufficiale della Rai, di twittare la sua previsione: «Secondo me Sanremo rimane dov'è». Sembra cosa da poco ma non lo è affatto. Nei giorni scorsi lo spauracchio della concomitanza con le elezioni politiche aveva allungato la sua ombra sulla data del Festival più amato dagli italiani. Sanremo posticipato a data da definirsi? Magari a marzo? Altro che. Sanremo non si sposta di una virgola e resta agganciato alla tradizione di metà febbraio. Il responso della sibilla è arrivato subito dopo l'ufficialità della data delle elezioni politiche: il 24 febbraio. D'altronde spostare un carrozzone come il Festival di Sanremo sarebbe stato tutt'altro che agevole. Gli sponsor si sono già accaparrati gli spazi televisivi e non, le case discografiche hanno già piegato la loro programmazione e i piani di marketing sulle date di uscita degli album pubblicizzati sul palco dell'Ariston, i super ospiti internazionali sono stati già contattati e hanno dato la loro disponibilità al passaggio televisivo in riviera. A un evento come Sanremo si lavora almeno da quando chiude l'edizione precedente. Da dodici mesi prima. Farlo slittare in corsa sarebbe stato molto, molto pericoloso. Fino al rischio di finire fuori pista. In casa Rai si brinda al successo e forse è proprio così. Il deus ex machina Fabio Fazio gongola e non solo lui. Il direttore dell'Intrattenimento Rai, Giancarlo Leone, si sfrega le mani e già augura buon lavoro a tutti. «Dunque Festival Sanremo dal 12 al 16 febbraio - dice Leone - In bocca al lupo a tutti». Ma non sarà tutto rose e fiori. Anzi. Sanremo non è slittato ma sono slittate le elezioni politiche. Bersani, Berlusconi, Monti e Grillo si troveranno uno contro l'altro armati solo sette giorni dopo la fine delle canzoni. In altre parole, le cinque serate di Sanremo si troveranno in piena campagna e bagarre elettorale. Chissà se tutto questo non farà anche qualche scherzetto all'audience. Mentre sulla Rai andranno in onda le canzoni, magari contemporaneamente sulle altre reti ci saranno gli ultimi e decisivi faccia a faccia tra i candidati alla presidenza del Consiglio. Come dire una controprogrammazione coi fiocchi. E non è finita qui. Con tutti gli occhi e i riflettori puntati addosso. Littizzetto o no, quello che succederà sul palco del Teatro Ariston sarà passato al setaccio e alla moviola. Ed è proprio su questo che dovranno esser bravi a giocare gli autori. Basterà un «Ber» di troppo per far saltare i nervi a molti e la par condicio aleggerà come uno spettro con cui tutti dovranno fare i conti. Fazio non nasconde di considerare la conferma di Sanremo prima delle elezioni come un'attestazione di fiducia da parte della Rai nei confronti suoi e del resto dello staff : «Nel mio "W la Rai" di questa mattina c'era anche questo sentimento. Finalmente si torna a parlare di televisione». Già, televisione. E dire che il prossimo Sanremo ne vedrà delle belle. Non solo Penelope Cruz. Anche due canzoni in gara per ogni big. «La novità ha procurato anche qualche assenza importante - ha detto Fazio - tra chi non ha ritenuto di avere due inediti pronti e all'altezza». Il guanto di sfida è lanciato.