Divieto ai minori revocato per «La bottega dei suicidi»
Arenderlo noto un comunicato della società ricorrente, in cui si legge che, per tale ragione, «il film, privo di qualsiasi divieto della censura, sarà regolarmente distribuito nelle migliori sale italiane a partire dal 28 dicembre e, in anteprima nazionale, da stasera al Cinema Fiamma di Roma». L'italia era l'unico paese in Europa ad aver ottenuto dalla Commissione di Censura il divieto di visione ai minori di anni 18 con la motivazione secondo la quale «il tema del suicidio è trattato con estrema leggerezza e facilità di esecuzione, come se fosse un atto ordinario o un servizio da vendere al dettaglio creando il pericolo concreto di atti emulativi da parte di un pubblico più giovane, quali gli adolescenti che attraversano un'età critica. Per di più la rappresentazione sottoforma di cartone animato costituisce un veicolo che agevola il pubblico più giovane la penetrazione di tale messaggio pericoloso». Il musical d'animazione racconta quanto in una città cupa e desolata gli abitanti siano disperati perdendo il gusto di vivere: si sentono felici solo ne «La Bottega dei Suicidi» dove tutti possono trovare il rimedio più adatto per porre fine alla propria, inutile vita. Ma, in un momento così tetro, le cose vanno a gonfie vele per i coniugi Tuvache, che gestiscono il singolare negozio, fino alla nascita di Alan, che sorride, è ottimista e felice di essere al mondo. Ispirato all'omonimo romanzo di Jean Teulé la storia affronta in maniera palesemente ironica e provocatoria il concetto tetro del suicidio, ribaltando completamente il suo significato attraverso l'esasperazione degli elementi macabri e cupi e facendosi portatore di un messaggio di ottimismo e gioia di vivere, come unici antidoti possibili alla crisi socio-economica che sta attraversando la nostra generazione. Lo stesso regista, in questi giorni a Roma, ha dichiarato che «il messaggio da me dato nel film è estremamente positivo: racconto che la vita è bella e va affrontata con la giusta dose di umorismo. Ero rimasto assolutamente colpito dalla censura. Ho una nipotina di 8 anni e quando ho fatto il film ho pensato continuamente a lei perché volevo fare una cosa che le piacesse. Poi ho fatto vedere il film a lei e ai suoi compagni e si sono divertiti moltissimo. Non è stata mia intenzione certo spingere la gente a suicidarsi, è assurdo e il romanzo da cui è tratto è un bestseller venduto in molti Paesi». Dina D'Isa