di Paolo Zappitelli Non ci crediamo ma magari può essere un'occasione per divertirci un po'.
Ese davvero oggi dovesse essere il giorno dell'Apocalisse come hanno profetizzato i Maya, allora è meglio esorcizzarlo con etichette da «fine del mondo». Difficile, difficilissimo, fare una selezione che piaccia a tutti. Ci hanno provato gli esperti dell'Ais, l'Associazione italiana sommelier, che hanno scelto 6 vini (visto che 666 è il numero del Diavolo...). Iniziamo dall'edizione 12 dei «Cinque Autoctoni». Quest'anno è la dodicesima annata per il blend di soli rossi autoctoni della Farnese di Ortona (Chieti). Nome evocativo, invece, per l'intrigante Chardonnay del friulano Jermann, «Where dreams have no end», Affinché i sogni non finiscano mai. Il terzo vino è declinato sul versante sportivo: è il Marsala Florio 1927, un vino storico della storica azienda che porta la data dell'anno di nascita della Roma calcio. Per un anno da apocalisse... Quarto, il Cabernet Sauvignon «Darmagi» di Angelo Gaja. Anche questo un nome evocativo visto che Darmagi in italiano significa Peccato. Il quinto è «Sensinverso», il Nero d'Avola della siciliana Abbazia di Sant'Anastasia. Tanto per invertire, scaramanticamente, la profezia dei Maya. L'ultimo, un Romanée-Conti Grand Cru 2002. Il costo? Da fine del mondo: diecimila euro. Il sito www.winenews.it, che si occupa del «Buon bere» ha fatto invece un sondaggio sul web per stilare la Top ten dei vini dell'Apocalisse. Al primo posto, il Barolo Monfortino 1964 di Giacomo Conterno, seguito dal Sassicaia 1985 della Tenuta San Guido e dal Brunello di Montalcino Riserva 1955 di Biondi Santi. Seguono il Giulio Ferrari Riserva del Fondatore 1989 delle Cantine Ferrari, l'Amarone Classico 1990 di Allegrini e l'Amarone Classico 1971 di Quintarelli, proseguendo per il Franciacorta Vittorio Moretti Riserva 2001 di Bellavista, il Masseto 2001 della Tenuta dell'Ornellaia, il Solaia 1988 della Marchesi Antinori fino al Sagrantino di Montefalco «25 Anni» 1995 firmato Caprai. Ma c'è davvero anche un vino dell'Apocalisse. È quello prodotto da un affarista turco dalle uve dei vigneti di Sirince, un villaggio di 600 abitanti non lontano dal confine con la Grecia e dalla città di Efeso, ritenuto, dagli appassionati del genere, luogo dall'eccezionale energia positiva, capace di salvare dalla catastrofe della fine del mondo chiunque vi si rechi. Tanto che per oggi è previsto l'arrivo di almeno 60.000 persone, un record assoluto.