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di Gabriele Simongini «A Roma il tempo si disintegra», diceva Henry James.

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Cosìdurante le festività natalizie anche gli amanti dell'arte contemporanea non resteranno delusi, potendo contare su un percorso coinvolgente. Le ultime arrivate, in pompa magna, sono le sculture del messicano Javier Marìn, che invadono con cavalli, cavalieri e grandi teste rovesciate di uomini e donne la Terrazza del Pincio, Piazza San Lorenzo in Lucina e La Pelanda al Macro Testaccio. Un'operazione sostenuta dal Comune con un pizzico di populismo, a favore di uno scultore che si muove tra epica e retorica con accenti spettacolari. Stimolante è l'offerta del Maxxi con il tris William Kentridge, Michelangelo Pistoletto e Grazia Toderi. Con la mostra «Vertical Thinking» Kentridge propone un convincente cortocircuito fra arte, scienza ed impegno morale. Cuore pulsante dell'evento è l'installazione «The Refusal of Time», una specie di gigantesca camera delle meraviglie in cui vengono proiettati film animati che mescolano teatro, disegno, musica, danza, cinema. Nella piazza del Museo campeggia invece l'installazione con il «Terzo Paradiso» di Michelangelo Pistoletto, tre cerchi intrecciati fatti da migliaia di tappi colorati e volti a simboleggiare l'avvento di una nuova era fondata su un'assunzione di responsabilità per la salvaguardia del pianeta. Sempre al Maxxi con la sua coinvolgente videoinstallazione Grazia Toderi rende omaggio a Roma portandola in una dimensione trascendente, lontana dagli affanni e dal caos quotidiano. Il centro della mostra è costituito dall'opera che dà titolo all'esposizione, «Mirabilia Urbis», in cui è protagonista una Roma notturna ed enigmatica che sembra fluttuare nel vuoto ruotando su se stessa ed apparendo veramente come «Città Eterna». Quanto mai divertente e spensierata è la mostra «AnderSennoSogno» di Luigi Ontani nelle deliziose sale del Museo Andersen, ancora quasi ignoto ai romani ma assolutamente da non perdere. Le opere ironiche e grottesche di Ontani dialogano con le gigantesche e magniloquenti sculture di Hendrik Christian Andersen, l'artista americano di origine norvegese che visse e lavorò a Roma a cavallo fra otto e novecento. Sacrosanto è poi l'omaggio che il Macro di via Nizza dedica ad un grande esponente dell'astrattismo come Giulio Turcato, per celebrarne il centenario della nascita. Fra le opere spicca «Comizio» del 1950 con quelle bandiere rosse che liberandosi dal peso dell'ideologia diventano dinamici triangoli, ben degni dell'eredità futurista di Giacomo Balla. E a proposito di centenari non va dimenticata la mostra che il Museo Bilotti dedica ad Afro, anch'egli nato nel 1912. Le 37 opere esposte confermano che il grande artista friulano di nascita e romano d'adozione ha saputo dipingere, nel suo bellissimo studio ai Parioli, la luce della memoria e del sentimento trasfigurata in forma astratta ma sempre ben radicata nelle ragioni della vita. Infine, arrivando al '900, merita un'attenta visita la mostra «Paul Klee e l'Italia», alla Galleria nazionale d'arte moderna. Ne viene fuori un'Italia interiore, mentale, quasi immaginaria, reinventata dagli occhi e dal cuore di quello che molti considerano il maggior artista del XX secolo per intensità e profondità immaginativa.

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