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di Antonio Angeli Tempo di vacanze natalizie, un'occasione unica per scoprire le «perle» d'arte che, proprio in questi giorni, offre Roma.

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Lanostra «camminata artistica» comincia con una «saga familiare» votata alla pittura: è la storia della stirpe dei Brueghel, caso pressoché unico nella storia dell'arte. Un talento tramandato da padre in figlio per oltre 150 anni, tra il XVI e il XVII secolo. Tutto fino al 2 giugno 2013 al Chiostro del Bramante. «Brueghel. Meraviglie dell'arte fiamminga», è il titolo dell'allestimento (orari di visita 10-20; 10-21 sabato e domenica), curato da Sergio Gaddi e Doron J. Lurie, conservatore dei dipinti antichi al Tel Aviv Museum of Art. La mostra fa parte di un grande progetto internazionale che approda per la prima volta a Roma in una versione inedita e rinnovata, dopo le tappe di Como e Tel Aviv, arricchita da quasi venti nuove opere. Oltre 100 opere provenienti da importanti musei nazionali e internazionali e da prestigiose collezioni private: tutti insieme quadri difficilmente accessibili, anche perché dislocati in maniera estremamente frammentaria in varie sedi al mondo. Un viaggio che parte dai dipinti di Pieter Brueghel il Vecchio (1525/1530 - 1569) e si sviluppa lungo la sua genealogia, alla ricerca di cinque generazioni di artisti che hanno dato lustro all'epoca d'oro, il Seicento, della pittura fiamminga, influenzando stile e tendenze di oltre un secolo di storia dell'arte. Per la prima volta inoltre Roma ospita una rassegna su Johannes Vermeer, grande pittore del XVII secolo. La mostra «Vermeer. Il secolo d'oro dell'arte olandese», alle Scuderie del Quirinale, propone una preziosa selezione di opere dell'artista, rarissime e riunite dai musei di tutto il mondo, nessuna in Italia, più cinquanta opere di olandesi suoi contemporanei. Il visitatore può, quindi, non solo ammirare le opere di questo genio misterioso(tuttora sconosciuta la sua data di nascita), ma anche comprendere come il lavoro del maestro di Delft si sia rapportato con gli altri artisti attivi nella sua città natale e nei vicini centri di fermento culturale come Amsterdam, Haarlem e Leida. Oltre a capolavori del maestro, celebri e incantevoli come «La stradina di Delft», oggi ad Amsterdam, la mostra espone opere di Carel Fabritius, Pieter de Hooch e Emmanuel de Witte, insieme ad artisti celebrati al tempo, ma oggi meno conosciuti, tra cui Gerard ter Borch, Gerrit Dou e Nicolaes Maes. Continuando il giro in centro, ma di certo una giornata non basterà, si arriva al bel Palazzo Braschi che ospita l'esposizione: «Canova Il segno della gloria. Disegni, dipinti e sculture». Tutti da guardare i 71 disegni appartenenti alla raccolta donata dal fratellastro Giovan Battista Canova al neonato Muso Civico di Bassano, a metà Ottocento. Poi in mostra anche 9 acquaforti, 1 modello in terracotta, 3 modelli in gesso, 3 calchi autografi in gesso, 4 dipinti a tempera, 1 dipinto ad olio, 2 marmi. La selezione delle opere, piccoli capolavori, in alcuni casi semplici schizzi a matita, permette di comprendere l'eccezionale lavoro di elaborazione e sviluppo effettuato dall'artista. Trovandosi nella Città Eterna indispensabile una puntata in Campidoglio. Ai Musei Capitolini c'è il terzo appuntamento con «I Giorni di Roma», un ciclo espositivo di cinque anni dedicato alla storia di Roma dall'età repubblicana fino alla tarda antichità. Un progetto di eccezionale qualità storica e artistica. Attualmente in esposizione, fino al 5 maggio, «L'Età dell'Equilibrio», che approfondisce il Periodo Imperiale, che va dal 98 al 180 d. C., tra i regni di Traiano e Marco Aurelio, caratterizzato da un grande splendore artistico e da una relativa pace. Una eccezionale testimonianza sull'antica Roma.

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