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di Dina D'Isa «La Costituzione è un sogno.

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Diquesto è convinto Roberto Benigni che ha condotto ieri su Rai1 la prima puntata del suo attesissimo programma, «La più bella del mondo» in onda su Rai1 e dedicato alla Costituzione italiana. Toccando temi scottanti, come quello delle carceri («non è uno Stato civile quello che permette una condizione delle carceri come quelle esistenti»), passando per il «sogno europeo» e condannando la violenza alle donne, il comico ha anche ironizzato sul ritorno in politica di Silvio Berlusconi. «La fine del mondo non è la notizia più brutta dell'anno - ha detto - La più brutta è che si è ripresentato, Signore pietà». Benigni è così partito dai rigraziamenti ai vertici Rai, poi al presidente della Repubblica, poi al Papa, poi ad uno che «sta sopra al Papa»: per concludere «Silvio Grazie». Il comico ha aperto la serata tra storia e spettacolo che l'attore e regista Premio Oscar ha deciso di dedicare ai dodici principi fondamentali della nostra Costituzione nello show in diretta dallo storico Teatro 5 di Cinecittà, riaperto e ristrutturato dopo l'incendio di qualche mese fa. «L'italia - ha detto Benigni- sta passando un periodo difficile. Tra poco è Natale ma a dicembre abbiamo avuto due notizie catastrofiche: una è che tra quattro giorni è prevista la fine del mondo, l'altra terrificante è che c'è un italiano che potrebbe andare in pensione e non c'è verso di mandarcelo. Si è ripresentato: Signore pietà - ha detto con chiaro riferimento a Berlusconi - Per la sesta volta si è ripresentato. Ma ha detto che la settima si riposa. Sembra un film dell'orrore "Lo squalo 6", "La mummia contro Bersani". Poi, sembra che ce l'abbiamo sempre con lui. Ma a questo punto è chiaro che è lui che ce l'ha con noi. Ha diviso l'Italia in due: metà contrari, metà disperati». Ad una prima parte di satira e comicità su argomenti politici in cui non ha risparmiato, nemmeno Renzi (attaccato da tutti solo «per quella cena ad Arcore») e Di Pietro («anche lui farà le primarie, se le passa farà le superiori») è seguita la seconda in cui Benigni ha raccontato la grandezza dell'Italia, analizzando le fasi che hanno caratterizzato la nascita del nostro ordinamento, l'opera più ispirata nata dalle menti dei padri fondatori della Patria. E ancora, l'attore ha ricordato con ironia «Dante che fondò un partito, "Per Dante", "Pd", ma non vinse mai... I nemici della Costituzione sono l'indifferenza alla politica, che è amore per la vita, e il non voto. Non ti tirare fuori, se ti tiri fuori è terribile, dai il potere alla folla che sceglie sempre Barabba». Senza dimenticare che «nella Costituzione c'è la strada per risolvere tutti i problemi, si proclama la dignità umana - ha detto Roberto Benigni - La cosa più bella. La Costituzione ti protegge, è la nostra mamma, ci protegge da qualsiasi cosa, è tutto un sì, la Costituzione è la legge del desiderio». E «se non c'è il lavoro, crolla tutto: la Repubblica e la democrazia, che sono il corpo e l'anima delle nostre istituzioni - ha continuato il mattatore snocciolando gli articoli della Costituzione italiana - I nostri costituenti sapevano lo stretto legame tra noi e il lavoro, e il compenso per il lavoro non è solo perché ci serve per mangiare ma per la nostra anima». Benigni ha anche ricordato che autore di passaggi fondamentali della nostra Costituzione è stato «un pugliese di appena 29 anni, Aldo Moro» e che «l'idea dell'Unione Europa è un sogno. È un continente che si unisce, non è mai avvenuto nella storia dell'umanità e noi stiamo unendo un continente in pace, la storia va in quella direzione. Non bisogna chiudersi nel proprio guscio per paura, dobbiamo mantenere le nostre radici che non devono sprofondare ma allargarsi in superficie». Gran finale cantando sulle note di quella colonna sonora di Piovani che valse il secondo Oscar al suo film «La vita è bella». Nelle due ore di spettacolo, che sarà poi riproposto stasera alle 20.45 anche da su Rai5, lo showman ha ricordato i dodici principi fondamentali della Costituzione, parlando a tutti gli italiani e le italiane della nostra Costituzione, entrata in vigore il primo gennaio del 1948. «L'ho riletta (la Costituzione) ed è straordinaria - ha spiegato Benigni La più bella del mondo. Mi sono occupato di Dante e della sua opera che illustra il cielo di Dio, con la Costituzione torniamo nel cielo degli uomini». Benigni è tornato su Rai1 a un anno dalla performance del 5 dicembre scorso da Fiorello, quando prese di mira il neo premier Mario Monti e naturalmente Silvio Berlusconi, con "Le più belle dimissioni degli ultimi 150 anni", toccando picchi di 16 milioni di spettatori. Da Dante, passando per Mameli, fino alla Costituzione, partendo dal primo articolo («L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro») per arrivare al dodicesimo («La bandiera della Repubblica è il tricolore italiano: verde, bianco e rosso»), Benigni affronta i diritti inviolabili dell'uomo, l'eguaglianza di fronte alla legge, il diritto al lavoro, l'unità nel rispetto delle autonomie locali e delle minoranze linguistiche, il rapporto Stato-Chiesa, l'impegno a promuovere la cultura e il ripudio della guerra.

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