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Il genio dell'Italia va alla conquista del futuro

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Nelfoyer del Teatro D'Annunzio il direttore del quotidiano «Il Tempo», Mario Sechi, presenterà il suo libro: «Tutte le volte che ce l'abbiamo fatta». A fare gli onori di casa sarà il sindaco di Latina Giovanni Di Giorgi. Nel libro, Sechi offre una carrellata di storie, di testimonianze, di vicende che riguardano italiani illustri del passato e del presente che sono «l'esempio di un popolo che alla fine non riesce a prendersi pienamente sul serio e a salire sul cavallo bianco della storia». Perché viviamo in un luogo pieno di memorie ma senza memoria? Perché abbiamo costruito il futuro e non riusciamo a viverlo? Uno sguardo interessante all'Italia, alla sua storia, ai suoi protagonisti, per ricavarne la forza e la spinta per costruire un futuro migliore. «Tutte le volte che ce l'abbiamo fatta» è una passeggiata in un caleidoscopico Paese sempre in bilico; una terra, tuttavia, dalle straordinarie avventure e ricca di biografie esemplari. Dopotutto noi italiani siamo figli di Collodi e Manzoni, siamo capaci di volare con Domenico Modugno, e di correre con Pietro Paolo Mennea; di riconoscerci in Alberto Sordi e nello stile delle sorelle Fontana. Siamo sognatori come Federico Fellini, ma anche geniali scienziati come Enrico Fermi o Guglielmo Marconi: come sarebbero le nostre vite oggi senza le loro scoperte? Eppure, parlando al telefono, nessuno ricorda che il suo inventore è stato un italiano, Antonio Meucci; utilizzando un oggetto di plastica, non si pensa a Giulio Natta e, seguendo una partita di calcio, il pensiero non va al «metodo» di Vittorio Pozzo, con il quale la Nazionale vinse due mondiali consecutivi. Con stile brillante, Mario Sechi ci racconta l'Italia attraverso questi personaggi eccezionali, facendo emergere, sullo sfondo, la storia e l'economia, le visioni e le previsioni. Dal Risorgimento al Dopoguerra, dagli anni Settanta, con il caso Moro, sino alla sfida della contemporaneità, assistiamo a un'Italia percorsa da crisi economica, populismo e tecnocrazia, ma popolata ancora da grandi talenti, come Sergio Marchionne e Riccardo Muti, metafora del genio di un Paese che, nel bene e nel male, cerca ogni giorno di ritrovare slancio, forza e creatività. Un orizzonte possibile, per quelli che partono e per quelli che restano, ma che hanno sempre l'Italia nel cuore.

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