Fazio e il Festival: «Speriamo che si voti a marzo»
Sanremosì, Sanremo no. La Littizzetto fa paura. Così tanta paura che addirittura si pensa di far slittare la kermesse canora(?) a data da destinarsi. «Sto andando a Roma per capire se davvero il Festival di Sanremo sarà posticipato. Sembra facile! Ci sarà da divertirsi!», cinquettava ieri mattina Fabio Fazio nel suo primo giorno su Twitter. E poi ancora: «Prevedo giornata intensa. Nel frattempo, per fortuna, ascoltiamo canzoni». E infatti oggi nel Tg1 delle 13.30 verranno annunciati ufficialmente 14 big in gara. A viale Mazzini, intanto, già combattono la guerra delle date. Fabio Fazio fa gli scongiuri ma le elezioni politiche incombono sul suo Festival di Sanremo: l'orientamento del Governo, parola del ministro dell'Interno, è per il 17 febbraio, resta qualche possibilità per il 24 mentre altre alternative non vengono prospettate. Brutte notizie quindi per il Festival, per il momento in programma del 12 al 16 febbraio. Non a caso Fazio ha scritto sul social network: «Speriamo che si voti la prima di marzo così tutto rimane com'è! Facciamo il tifo!». Intanto, proprio mentre il prossimo conduttore di Sanremo lavorava a Roma, in casa Rai, sui contenuti del Festival, il cda di viale Mazzini in una riunione fiume su altri temi, ha messo un paletto di metodo sulla questione Sanremo, decidendo che la materia sarà eventualmente oggetto di un confronto solo nel momento in cui sarà ufficializzata la data della tornata elettorale. Intanto in Rai quanti dovranno concretamente mettere mano al prossimo Sanremo, Fazio in testa, starebbero valutando due principali opzioni in caso di slittamento, ovvero i primi due lunedì di marzo, il 5 e il 12. Dal «quando» al «chi» e al «cosa», ancora su Twitter, Fazio ha scritto: «Abbiamo solo 14 posti e non è facile. Oggi ci sarà l'elenco dei cantanti. Si va avanti a oltranza», riferendosi ai «lavori in corso» per definire l'elenco dei 14 big che saranno in gara a Sanremo. Quanto ai contenuti del suo Sanremo, Fazio scrive che sarà un festival «molto contemporaneo e pop». A sentire gli addetti ai lavori c'è da stare freschi. «Spostare Sanremo per la concomitanza con le elezioni politiche nazionali? - si chiede il radicale Marco Beltrandi, componente la commissione di Vigilanza sulla Rai - Certo sarebbe una scelta originale, ma giustificabile solo qualora la Rai, come mi auguro e come proporremo, decida di trasmettere dibattiti e confronti fra leader politici in prima serata al posto del Festival». Forse non si arriverà a tanto ma siamo convinti che Sanremo vada salvaguardato. Dalle censure che si scaglierebbero contro uno show a cavallo della tornata elettorale. Perché Sanremo è Sanremo.