Quando al Circo Massimo c'erano i giochi... erotici
Trail 28 aprile e il 3 maggio nel tempio delle corse si tenevano giochi... speciali. C'erano combattimenti curiosi: al posto di tigri e leoni «ruggivano» conigli e caprette. Ad affrontarli, in modo giocoso, delle «gladiatrici» che, al termine della contesa, si esibivano in uno spettacolo di spogliarello. Ma come, direte voi, nell'antica Roma c'era lo strip-tease? Certo che c'era, e c'era anche l'abbigliamento «erotico» come il reggiseno con effetto «push up», c'erano gli spettacoli a luci rosse, le vie del piacere... e c'era, naturalmente, il romanticismo, le passeggiate mano nella mano e i baci. Ogni tipo di baci. Ci svela tutto Alberto Angela che, diciamolo francamente, questa volta ha superato se stesso. È riuscito a creare, con il suo nuovo saggio, un cocktail gustoso ed equilibrato di rigore storico, curiosità piccanti, notizie che, di volta in volta, sfatano e confermano... tutto quello che avreste voluto sapere su «Amore e sesso nell'antica Roma». Armato di curiosità e simpatia il professor Angela, dopo il successo mondiale di «Una giornata nell'antica Roma» e «Impero», propone questo corposissimo saggio che ha il merito, innegabile, di porre un riferimento preciso su un argomento del quale si parla fin troppo e si è scritto ben poco. E l'argomento Angela, esperto divulgatore, da anni «gubernator» di trasmissioni come «Ulisse» e «Passaggio a Nord Ovest», l'ha affrontato con un doppio spirito. Un po' Woody Allen, curioso e scanzonato, un po' Alfred Kinsey, il biologo americano che, negli anni Quaranta, si mise a studiare le abitudini sessuali degli statunitensi come fossero insetti o molluschi. L'autore si pone una domanda semplice: come vivevano la sessualità i romani ai tempi dell'impero? E la risposta sembra proprio essere: in modo molto più scanzonato degli uomini e delle donne di oggi. «Omnia vincit Amor»: l'Amore vince su tutto, ci ammonisce sulla prima pagina Virgilio e dopo questa «botta» di cultura Alberto Angela parte con la storia dei romani che «vivevano l'amore e il sesso in modo molto più libero di noi». Più libero sì, ma erano «perversi» o... Il giudizio alla fine l'autore lo dà. Ma lascia ad ognuno la possibilità di dare la «sua» risposta. E di certo non ci si può annoiare. I romani erano gente precisa, ci avverte l'autore: avevano tre tipi di bacio, da usare a seconda dell'occasione. L'«osculum», il bacio con le labbra chiuse, non passionale, da scambiarsi in pubblico. Per il marito era un diritto, la donna aveva il dovere di dare tutti i giorni al marito un bacio così. C'era poi il «savium», un bacio «profondo», passionale ed erotico. E poi c'era il «basium» il bacetto affettuoso che ci si scambiava in famiglia, quello che si dà ai figli. Ma il bacio, nell'antica Roma come oggi, è il «preliminare». Poi si passa a contatti più intimi. E di questi «contatti» ce n'era di ogni genere. L'autore parte dalla quotidianità nell'epoca imperiale e racconta, facendosi aiutare dagli autori classici, dai dipinti (bellissimi quelli di Pompei), dalle statue, dai reperti archeologici e dal parere di illustri studiosi, qual era l'atteggiamento nei confronti della fedeltà, del tradimento (c'è un illuminante capitoletto intitolato «L'adulterio: un problema o una soluzione?»), della prostituzione, della poligamia, dell'omosessualità... Un viaggio senza inibizioni nella grande storia.