Asterix e Obelix Galli rocamboleschi al servizio di sua maestà e contro Cesare
Nel cast con Depardieu e Deneuve anche gli italiani Timi e Marcorè
Unabrigata allegra e rocambolesca, diretta da Laurent Tirard, avanza guidata dallo spirito guerriero di Edouard Baer (Asterix) e dal brio dell'inseparabile Obelix con il corpo e il volto del corpulento Gérard Depardieu: accanto ai due spiccano Fabrice Luchini (Giulio Cesare), Dany Boon con le corna e il piccolo Idefix in tartan, l'unico cane ecologista capace di disperarsi per l'abbattimento di un albero. Oltre a Neri Marcorè e Filippo Timi in divisa da centurioni Romani. Siamo nel 50 a.C. e Cesare è assetato di conquiste. Alla testa delle sue gloriose legioni decide di invadere un'isola collocata ai limiti del mondo conosciuto, un Paese misterioso chiamato Britannia. Ma un piccolo villaggio riesce a resistere, anche se le sue forze stanno per esaurirsi. La regina D'Inghilterra (Catherine Deneuve) è alle prese con la difesa del suo Paese dall'occupazione delle truppe di Cesare (Fabrice Luchini). Secondo i costumi inglesi dopo le cinque del pomeriggio ogni lavoro o combattimento deve cessare: Cesare, organizza i suoi attacchi proprio dopo le 17, in modo che i Britanni siano privi di difesa. Per evitare di perdere il Paese, la regina chiama tramite Jolitorax (Guillaume Gallienne) i Galli, chiedendo loro di portare una pozione magica per cacciare i Romani. Le avventure dei due Galli cominciano così durante il viaggio in Britannia, dove scoprono usanze completamente diverse dalle loro. Mentre Jolitorax ritrova la fidanzata Ophélia (Charlotte Le Bon) che lo vuole lasciare, Asterix e Obelix affrontano i Romani i quali, messi al corrente della missione gallica, tentano di fermarli e prendere possesso del barile di pozione magica, fatta dal druido Panoramix per aiutare i Britanni. Tra le mille rocambolesche vicende non mancano gli innamoramenti: persino Obelix s'innamora di Miss Macintosh (Valérie Lemercier), la badante di Ophélia, senza tralasciare però gli eterni litigi con l'amico Asterix. «Asterix e Obelix al servizio di sua Maestà» è il nuovo adattamento cinematografico della serie a fumetti francese creata da Goscinny (nei testi) e da Uderzo (nei disegni). Il fumetto è infatti ambientata nell'antica Gallia al tempo di Giulio Cesare, attorno al 50 a.C. e ha come protagonisti il guerriero gallico Asterix, il suo miglior amico Obelix, trasportatore di menhir, e tutti gli abitanti del loro piccolo villaggio gallico in Armorica, che si ostina a resistere alla conquista romana grazie all'aiuto di una pozione magica preparata dal druido Panoramix, in grado di conferire una forza sovrumana a chi la beve. Circondato dagli accampamenti romani di Babaorum, Aquarium, Petibonum e Laudanum il piccolo villaggio gallico rimane l'unico pezzo di Gallia libero dal dominio romano. Se Astérix diventa un eroe a tutto tondo, limitato solo dal fisico, i difetti franco-gallici vanno a ricadere sul suo compare, Obélix, che è invece suscettibile, irascibile e goloso. Il villaggio, in Bretagna, è simbolo di testardaggine contadina e di ostilità contrapposta al centralismo di Parigi (i bretoni sono infatti da tempo sempre pronti a chiedere maggiore autonomia). L'avversione mostrata dai personaggi del fumetto nei confronti dei Romani - che avevano unito ed integrato nel loro impero popoli di varia lingua, cultura e tradizione - rappresentava l'odio o la paura verso il diverso, lo straniero, la società multirazziale. Ma Goscinny e Uderzo hanno sempre respinto questo tipo di interpretazione, affermando di non avere avuto alcuna intenzione di fare un fumetto a gloria della Francia. Storicamente, Galli era il nome con cui i Romani indicavano i Celti che abitavano in epoca antica nella regione della Gallia, corrispondente ai territori attuali di Francia, Belgio, Svizzera, Paesi Bassi, Germania lungo la riva occidentale del Reno e Italia settentrionale a nord del fiume Esino. Politicamente disomogenei, frazionati in varie tribù tra loro spesso in conflitto, i Galli trovarono momenti di unità solo sotto la pressione della minaccia romana, in particolare durante la Campagna di Gallia condotta da Giulio Cesare, quando seppero trovare una guida riconosciuta nella figura di Vercingetorige. Sconfitti e sottomessi interamente a Roma nel I secolo a.C., vennero poi ripartiti in varie province romane e sottoposti a un processo di latinizzazione. L'occupazione romana della Gallia iniziò fin dal 295 a.C.), ma il dominio romano sulla regione si concluse solo nel 58-51 a.C. grazie alle campagne di Giulio Cesare, che sconfisse le tribù celtiche in Gallia e nelle Isole britanniche, descrivendo le sue esperienze nel «De bello Gallico». In questa guerra Cesare si avvalse anche dell'alleanza di molte popolazioni della Gallia, che ottenne in cambio di una serie di concessioni, successivamente non avallate dal Senato romano: fra queste, l'estensione del diritto latino.