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Silvia Calandrelli «La tv educativa

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vince anche sul web» Rai Storia e Rai Scuola fiori all'occhiello del servizio pubblico che guarda al futuro

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Dopola scuola e oltre la scuola, il piccolo schermo può svolgere una preziosa funzione di «formazione informale». Lo spiega Silvia Calandrelli, direttore di Rai Educational, da cui dipendono anche Rai Storia (canale 54) e Rai Scuola (canale 146 del digitale terrestre). Silvia Calandrelli, qual è oggi la funzione del servizio pubblico? A un servizio come Rai Educational spetta la «formazione informale». Le famiglie hanno pochi soldi ma le nuove generazioni hanno bisogno di alfabetizzazione informativa. Cioè? Saper distinguere le fonti, comprenderle e saperle utilizzare. I ragazzi usano internet e offriamo strumenti che integrino gli insegnamenti della scuola. Attraverso tv e web diffondiamo contenuti per il percorso educativo di ognuno di noi. Altro punto di forza dell'offerta di Rai Educational sono gli approfondimenti sul web. Lei cosa intende per cross-medialità? Internet, tablet e tv sono complementari. Nessun mezzo uccide l'altro ma i canali si sommano tra loro. Nel vostro lavoro quotidiano, come si traduce la cross-medialità? Ogni nostro programma ha la sua declinazione su internet e sulla telefonia mobile. I portali di Rai Educational producono magazine digitali che approfondiscono i vari argomenti e sono seguitissimi: i numeri sono sorprendenti e superiori alle aspettative. Gli approfondimenti riguardano arte, letteratura, economia, filosofia e media con contenuti originali e provenienti dalle nostre teche. Rai Storia e Rai Scuola fanno della legalità un filo conduttore. Con quale obiettivo? Il tema della legalità va affrontato giorno per giorno. Con Rai Scuola abbiamo coinvolto direttamente i ragazzi. Su Rai Storia, invece, abbiamo trasmesso le «Lezioni di mafia» da un'idea del giudice Falcone. Prima della strage di Capaci andò in onda la prima puntata. Vent'anni dopo abbiamo riproposto l'idea con la partecipazione del procuratore nazionale antimafia Pietro Grasso. Il 16 e il 23 dicembre andranno in onda alle 23 anche «Maxi+25», due puntate dedicate al maxiprocesso di Palermo. Grasso l'ha definito «mostro processuale» e, venticinque anni dopo, mostriamo udienze e testimonianze. Nel palinsesto di Rai Educational viene dedicato anche tanto spazio al tema della povertà. Perché? Il servizio pubblico non può eluderlo. Rai Storia è il partner italiano di «Why Poverty». Ogni sabato alle 23 trasmetteremo documentari dedicati alla povertà in tutte le sue forme: dalle donne ai bambini, fino alle responsabilità dell'occidente nei confronti dei Paesi più poveri. Oggi le povertà sono molte e non riguardano solo gli altri. Sul fronte delle donne cosa bolle in pentola? È un argomento che mi è particolarmente a cuore. Tutti i giorni, dal lunedì al venerdì, su Rai Storia va in onda «Soggetto Donna» in cui affrontiamo tematiche poco trattate o solo in maniera occasionale come la disoccupazione femminile o la maternità. La puntata di oggi alle 19.30 sarà dedicata al confronto tra la teologa Marinella Perroni e la scrittrice Valeria Parrella.

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