di Lorenzo Tozzi Se Roma suona le sue trombe, Milano scioglie le sue campane.
Comedire che la scomoda vicinanza e la implicita rivalità, sostanziale più negli adepti che nei geni del teatro musicale romantico, tra Verdi e Wagner appare tuttora tutt'altro che risolta. La «prima» di oggi alla Scala ha, come sempre per il S. Ambrogio milanese, tutti i crismi dell'eccezionalità. Non sarà presente per motivi politici e istituzionali il Presidente Giorgio Napolitano, che ha inviato a Barenboim, direttore musicale del Teatro, una lettera amichevole stigmatizzando giudiziosamente come «del tutto futile ogni polemica sull'ordine di priorità tra celebrazioni per gli anniversari wagneriani e verdiani e piuttosto patetico il riesumare contrapposizioni che infiammarono nella seconda metà dell'Ottocento amatori e sostenitori dell'arte di Wagner e di Verdi». L'evento musicale è stato da tempo preparato da tutta una serie di iniziative volte a diffondere più capillarmente, ben anche fuori dalla sontuosa sala del Piermarini, la musica di Wagner e di Verdi, celebrati congiuntamente nell'anno entrante del bicentenario. Non solo musica, però ma anche strisce di fumetti in bella mostra e cinema di animazione dedicati all'immaginario wagneriano. La prima di S. Ambrogio, dopo la vetrina per gli studenti di martedì scorso 4 dicembre divenuta tradizione, sarà oggi trasmessa in diretta in contemporanea in 23 sale milanesi tra cinema, teatri, spazi museali e persino una piscina. E la musica di Wagner è stata diffusa anche nella Galleria Vittorio Emanuele, in alcune stazioni dell'ATM, nei parcheggi di Linate e in alcuni supermercati. Insomma una full immersion per assuefare il pubblico alle non sempre agevoli armonie wagneriane e alle dimensioni temporali dilatate del genio tedesco. Un contributo all'evento verrà dalla Rai che trasmette il Lohengrin oggi in diretta su Rai5 e Radiotre a partire dalle 16.50. Tra telespettatori, radioascoltatori e pubblico delle trecento sale cinematografiche di numerose città italiane si prevede un ascolto di circa un milione di utenti. Circa il doppio di quelle registrate per il «Don Giovanni» mozartiano dell'inaugurazione dello scorso anno. Cinque ore intense di trasmissione con sottotitoli in italiano per un importante impegno con dieci telecamere ad alta definizione, 60 microfoni e più di un mese di prove tecniche che vedranno impegnati una cinquantina di persone tra cameramen, microfonisti, tecnici audio e video. Non staranno a guardare però neppure le emittenti francesi, tedesche e giapponesi. L'edizione allestitiva si annuncia di pregio, diretta musicalmente da Barenboim che con la Scala ha dimostrato da tempo di avere un feeling speciale, con la regia dello specialista Claus Guth che di Wagner ha già messo in scena l'intero «Anello dei Nibelunghi» ad Amburgo, «Tannhäuser» a Vienna, «Parsifal» a Barcellona e l'«Olandese volante» a Bayreuth, con le scene e i costumi di Christian Schmidt e un cast di vaglia per lo più tedesco o nordeuropeo con il tenore Jonas Kaufmann nel ruolo del cavaliere del cigno, Anja Harteros come Elsa di Brabante, René Pape come Re Enrico l'Uccellatore, Evelyn Herlitzius la perfida Ortrud e Tomas Tomasson come Federico di Telramondo. L'opera romantica in tre atti «Lohengrin», che mancava dal palcoscenico del Teatro alla Scala da 30 anni, vide la luce (parole e musica di Wagner) sotto l'illustre direzione di Franz Liszt al Teatro di corte di Weimar nel 1850 in assenza dell'autore, in esilio a Zurigo per aver partecipato ai moti anarchici di Dresda, e arrivò alla Scala solo nel 1873, ovvero dopo la prima italiana nel 1871 a Bologna destinata a diventare la roccaforte della penetrazione wagneriana nel nostro Paese. Ispirata ad antichi testi medioevali (Wolfram von Eschenbach ma anche un poema anonimo del XIII secolo), la partitura, concepita ancora nei modi dell'opera (anche del grand opéra francese) più che del nascente dramma musicale tedesco, si muove tra epico e fiabesco prestandosi a chiavi di lettura diverse. Musicalmente preannuncia il successivo uso del Leitmotiv e la evidenza simbolica di tonalità e di passaggi armonici ricercati. L'azione si svolge ad Anversa nel X secolo e racconta di Lohengrin, figlio di Parsifal, che si fa difensore di Elsa contro le mire e i sortilegi di Ortrud e Telramondo. Alla fine il cavaliere, prototipo del solitario artista moderno, riprenderà il suo cammino ed Elsa perderà il marito ma ritroverà il fratello Gottfried trasformato in bianco cigno dalla rivale.