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Belfast non dimentica il passato.

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Mala capitale nord-irlandese, cuore irish in abito british, guarda anche al futuro con iniziative volte ad accreditare l'immagine di una città pacificata e culturalmente vivace. Tra le prime figura il Belfast Festival at Queen's alla sua cinquantesima edizione, che acquista ancor più valore dalla concomitanza con il centenario del dramma del Titanic (1912), costruito negli arsenali di Belfast e ricordato con la posa in opera di statuette di ghiaccio sui gradini della Custom Hall. Un'occhiata ai cartelloni musicali della città basta per capire che la classica e la lirica non la fanno da padrone. La centralissima Opera House propone un cartellone in cui poco spazio hanno il balletto e l'opera (il Flauto magico in uno stravagante allestimento vittoriano, L'olandese volante di Wagner, qui più popolare di Verdi, l'Otello di Verdi, la Clemenza di Tito mozartiana, La voix humaine di Poulenc insieme al Dido and Aeneas di Purcell). Più numerosi i musical come Chicago, Calendar Girls, Full Monty e la pantomima natalizia Cenerentola. Il Festival vive nel segno della multiculturalità: 130 eventi in 17 giorni in vari luoghi della città. Oltre ai divi locali come Van Morrison si impongono le presenze straniere dal cubano Buena Vista Social Club al sudafricano Ladysmith Black Mambazo col suo ottetto di ritmati cantori. Ma il piatto forte inaugurale è il concerto della Ulster Orchestra diretta da Joann Falletta che dopo il Concerto di Gershwin lancia in orbita The Planets di Holst per uno spettacolare evento multimediale in sinergia con i D Fuse di Londra che snocciolano sullo schermo nebulose, asteroidi, pianeti e cerchi. A Belfast ogni palato può trovare pane per i suoi denti. Lorenzo Tozzi

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