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Moccia: i miei universitari in cerca di amore e famiglia

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Perla prima volta, il regista e scrittore ha realizzato una sceneggiatura non basata su un suo libro, nella quale racconta una fascia più adulta di ragazzi, rispetto ai suoi precedenti film, «per sentirsi più libero», senza voler però raccontare le incognite di questo periodo, con «le difficoltà dei precari che già vediamo abbastanza tutti i giorni nei tg». «La cronaca, tuttavia, è arrivata lo stesso sul set - ha raccontato Moccia - mentre giravamo nei viali dell'Università siamo stati "occupati" noi stessi dagli studenti. Abbiamo avuto una piccola contestazione, non ci facevano lavorare, pur essendo loro contro lo sciopero che era in atto. Ho cercato di avere un minimo di dialogo, ma non è andata bene. Stavolta ho cercato di mettere a fuoco dei ventenni che insieme trovano quella famiglia di cui molti giovanissimi oggi sentono la mancanza. È un grande problema, molto diffuso nella società di oggi, dove emerge la superficialità dei genitori. Non ci sono più quelle figure autorevoli di madri e padri, capaci di tramandare i valori e far sentire la propria presenza. Avevo voglia di raccontare, con la co-sceneggiatrice Ilaria Carlino, l'università come ultimo pontile prima di prendere il largo, naufragare, o trovare una concretezza. Tra i 20 e i 25 anni ci sono i più grandi cambiamenti, perché è il primo momento nel quale ci si trova da soli a decidere. Io, ad esempio, pensavo di fare l'oceanografo, ma poi la vita mi ha portato in altre direzioni. Da sindaco del Comune di Rosello (300 abitanti) posso anche sposare: è un ruolo di servizio che ho accettato e spero di poter fare qualcosa per loro. Sono comunque grato a questo film perché mi ha rapito dalla realtà che stiamo vivendo: spero che l'Italia abbia acquisito la consapevolezza della sua fragilità, visto che la parte politica prima di Monti ha mostrato in generale una grande irresponsabilità». Gli studenti protagonisti del film (dal 28 febbraio nelle sale distribuito da Medusa) hanno i volti di Primo Reggiani e di tanti esordienti, o quasi, come Simone Riccioni (nel ruolo di uno studente all'ultimo anno del Centro Sperimentale di Cinematografia e narratore della storia), Sara Cardinaletti, Maria Chiara Centorami, Brice Martinet, Nadir Caselli, mentre ad interpretare i genitori spiccano - tra gli altri - Enrico Silvestrin, Barbara De Rossi, Maurizio Mattioli, Amanda Sandrelli, Fabio Troiano. Infine, nel film c'è Paola Minaccioni che parla un dialetto tutto suo, «lo stronzese: e affitto in nero questa casa in cui i ragazzi vanno ad abitare - ha sottolineato l'attrice - Sono una cattiva abbastanza divertente, piena di gatti e di manie, con l'ossessione per i servizi di cronaca nera in tv e nascondo a tutti un grande segreto...».

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