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La Regina adora l'agnello e all'estero non mangia verdure

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Èuna vera «dinner table diplomacy» l'ultimo saggio della giornalista Enrica Roddolo «Invito a corte» (Vallardi, pag. 206 euro 16,80). Delicatessen e trattative di potere, gastronomia e affari di Stato, perché la storia della convivialità di palazzo è anche l'avvincente racconto di banchetti, visite ufficiali e gran balli destinati a segnare i rapporti tra i Paesi. Una scoperta di tradizioni, sapori e ricette raccontate da chi conosce da vicino le abitudini di corte ed ha avuto la fortuna e l'onore di essere invitata direttamente dalla regina Elisabetta ad uno dei suoi tre garden party estivi che ospita nei giardini di Backingam Palace (più un quarto nella residenza di Holyroodhouse a Edimburgo). Si tratta di un tè in giardino, rituale istituito dalla regina Vittoria, che rappresenta il climax della season mondana britannica, del carosello estivo di ricevimenti, serate e concerti ed eventi che ogni anno scandiscono la bella stagione. Un rito laico, unico lusso che non si può comprare, durante il quale si sorseggia l'english tea e champagne gustando fragole, panna, finger sandwich e la classica Victoria sponge cake. Guardando al passato, la Roddolo in questa avventura «saporita» ci fa scoprire gusti personali, passioni e idiosincrasie di reali e celebrità, fra gli stucchi e l'opulenza dei saloni d'onore che accolgono principi e re, capi di Stato e celebrity. E allora ecco la fumante turtle soup amata da Giorgio IV, del coronation chicken che salutò l'investitura di Elisabetta Il, e quella d'orzo per la quale aveva un debole la regina Vittoria (e che restò a lungo un classico: la cream of barley soup regnava ancora nel menù del Titanic). Ma anche le zuppe che, al contrario, non ama affatto Sua Maestà Elisabetta II, che in 60 anni di regno ha conosciuto durante i suoi viaggi di Stato i sapori di mille Paesi. Peter Tapsell, Father of the House, il decano del Parlamento di Westminster, chiese un giorno all'aiutante di palazzo della regina: «come riesce a viaggiare così?», insomma, alla sua età, come se nulla fosse? Per risposta ricevette una considerazione pratica, legata alla tavola: «Non mangia mai insalate, frutti di mare e anguria, quando viaggia». Saggezza (e disciplina alimentare) di una regina che ama particolarmente la carne d'agnello, purché «well done», ben cotta. «Che non sia al sangue», ha raccomandato il suo aiutante anche allo chef di Leicester, incaricato di cucinare il pranzo per la regina che proprio dalla città multietnica di Leicester ha dato il via al suo tour della Gran Bretagna per festeggiare il Diamond Jubilee. E ancora, l'ananas che trionfa sulla tavola di ogni State visit a Buckingham Palace, il caviale adorato dal duca di Edimburgo, Filippo, e all'estremo opposto, l'ascetismo aristocratico del pompelmo, prediletto da una duchessa nata in realtà senza neppure una goccia di sangue blu, come Wallis Simpson. I crostacei invisi ad Andrea, duca di York e amatissimo figlio di Sua Maestà, i cibi biologici ai quali è fedele il principe Carlo, la torta al cioccolato, passione del giovane William, e le verdure immancabili sulla tavola di Kate, neo duchessa di Cambridge, che però al primo dinner con i futuri suoceri, rischiò la gaffe chiedendo del fois gras, assolutamente bandito dai menu dell'erede al trono. Il cibo naturale, peraltro, è una delle poche passioni che hanno condiviso Carlo e Diana: infatti, raccontano gli chef di Kensington Palace, sulla tavola della coppia reale non dovevano mai mancare frutta fresca, insalata o verdure di stagione per la colazione e il pranzo, a cena pesce o pollo. Insomma un regime alimentare rigoroso e salutista. La Roddolo poi racconta dei sigari irrinunciabili del Rey, Juan Carlos di Spagna. E il tartufo, rigorosamente bianco d'Alba per il quale ha un debole il principe Alberto di Monaco, così come i piatti di pesce e le verdure alla griglia sono invece i preferiti dalla nuova Princesse de Monaco, Charlène Wittstock. Tanto quanto l'indimenticabile Grace Kelly amava invece saporiti barbecue all'americana e, se doveva concedersi un primo mediterraneo, optava allora per un fumante piatto di gnocchi all'italiana. Accompagnandoci fra palazzi reali e palazzi presidenziali, l'autrice ci svela le regole della cerimonialità più esclusiva: dalle scelte di casa Elisabetta II a quelle di Michelle Obama, passando per le novità di stile introdotte alla Casa Bianca da Jacqueline Kennedy che nel pranzo informale con Grace Kelly fece preparare antipasto di granchio e frutti di mare, agnello primaverile, insalata mimosa e fragole bagnate da Dom Perignon del '52. Sapori e ricette, ma anche riti e cerimoniali a cui è possibile ispirarsi, per sentirsi re o regine per un giorno.

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