Gramellini: «Ma vicende come la mia dicono che si può uscire dal tunnel della disperazione»
L'esperienzadel dolore, condivisa con i lettori, diventa messaggio di speranza, corrispondendo alla verità della vita e al suo senso più profondo. Gramellini, perché la gente prova interesse per il racconto di un lutto in tempi così poco allegri? Nei romanzi e nei film succedono eventi terribili che rivelano le personalità. Il dolore è un'occasione e la crisi va gestita con questo spirito. Le persone hanno bisogno di sperare e desiderano leggere una storia triste a lieto fine. Non vediamo soluzioni ai nostri problemi attuali e cerchiamo la luce in fondo al tunnel. In una realtà priva di soluzioni, il mio libro testimonia che la vita e il dolore hanno un senso. La tv contribuisce a creare attenzione per le tragedie private? «Non si può paragonare con i libri. Non credo di suscitare curiosità morbose: sono un giornalista, non una rockstar! Pensa di fornire un messaggio positivo? Sono un po' un idealista romantico, purtroppo però venendo da vent'anni di berluscottimismo, ogni slancio finisce per confinare con quella retorica ridicola e carnevalesca. Viviamo in un periodo storico drammatico perché c'è rassegnazione. Gli ottantenni mi raccontano il dopoguerra come una fase di macerie, ma anche di campo libero: i ventenni potevano trovare subito lavoro. Adesso siamo soffocati dalle generazioni precedenti, ma ai ragazzi va data la possibilità di credere nei propri sogni. Come spiega il successo della sua confessione? Ha funzionato da specchio. Migliaia di lettori mi raccontano le loro storie fra eventi strazianti e comici. Nessuno scrittore potrebbe inventare queste vicende umane. Le persone hanno segreti incredibili. In ognuno c'è un mistero. Abbiamo un carcere dentro di noi e l'esistenza è un continuo tentativo di uscire dalle gabbie delle insicurezze maturate nell'infanzia. È un modo di porsi rispetto al prossimo con più rispetto e tolleranza. Credo nel racconto del male perché trovo giusto che la gente sappia: a me è stata sottratta la verità su mia madre per 40 anni. Preferisco, però, il racconto del bene che è consolatorio. Tutto quello che accade ha un significato: è la verità della vita. Tiberia De Matteis