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Dopo la tv, la letteratura del dolore

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Romanzi e autobiografie raccontano malattie o lutti familiari E a Cannes ha vinto «Amour», con un marito che cura la moglie

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Èla prima pagina di «Io sono qui» di Mariapia Bonanate - scrittrice e giornalista - appena pubblicato da Mondadori. È il cammino dentro una coppia all'improvviso mutata dalla malattia di uno dei due. Una «vita non vita» che si rimodula e che impone un viaggio introspettivo. Una sosta infinita, un tempo giocoforza lento, che prima non si è mai trovato e che ora permette di scavare in sé. «Io sono qui» è l'ultimo di una serie di storie sul dolore che da un po' piacciono agli editori (evidentemente perché piacciono ai lettori). Autobiografie o romanzi che mettono in pagina la morte di un congiunto. O il calvario verso la fine. Viene da pensare a un travaso di avvenimenti drammatici dalla cosiddetta tv del dolore alla letteratura. Per fortuna che il passaggio privilegia la suggestione della parola rispetto alle lacrime esibite sulla piazza digitale. Ma tant'è. La tendenza è evidente, le vendite (così come per il piccolo schermo lo share) premiano il racconto della sofferenza. Tanto è vero che è un best seller il libro di Massimo Gramellini (domani al Festival romano Letterature). È il giornalista della Stampa che in Fai bei sogni narra della propria infanzia segnata dalla morte della madre. Un infarto, gli dissero. Ma poi, a quarant'anni, scopre che invece lei s'è buttata giù da una finestra, sapendo di essere malata. C'è da chiedersi: come mai in tanta depressione epocale - l'insicurezza quotidiana da spread, «guerra mondiale» del Terzo Millennio - ci si affida nel tempo libero a un volume che può far piangere, tanto più che parla di vicende realmente accadute? La risposta sta anche nella propensione - dettata proprio dai tempi bui - a chiudersi nel privato. A ripensare ai privatissimi drammi, se non a leccarsi le ferite. E a fare trincea coi propri affetti, a ritrovare nella famiglia e nei ricordi l'ubi consistam. Anche nella sofferenza. Ad avviare il filone è stata, due anni fa, Maria Pia Ammirati. Se tu fossi qui (Cairo Ed.), finalista al Premio Campiello, dice di un marito che si desta una mattina con accanto la moglie spirata all'improvviso nel letto. Affronta la perdita ricostruendo come un puzzle la personalità del suo amore perduto. Anche Concita De Gregorio ha scelto di meditare sul tema con Così è la vita - Imparare a dirsi addio (Einaudi). Un argomento rimosso, quello della morte, tabù per i bambini, ai quali non si spiega. Mentre funerali e malattie, se vissuti con dignità, diventano occasioni di crescita. Del caso editoriale di Gramellini s'è detto. Ma pure all'estero si fa strada l'attenzione al nodo. L'austriaco Arno Geiger ne Il vecchio re nel suo esilio (Bompiani) descrive la sua vita accanto al genitore preda dell'Alzheimer. E scopre che la terribile malattia non isola chi ne è colpito. Invece permette di costruire un saldo abbraccio tra parenti. Una variante più lieve, ma con capacità di introspezione, nei libri di due attori e showmen spesso sulla scena in ruoli brillanti se non comici tout court. Sia Flavio Insinna che Enrico Brignano hanno scritto della loro famiglia. In entrambi la voglia di fare autobiografia è scattata subito dopo l'addio ai rispettivi padri. Ecco così, di Brignano, Tutto suo padre (Rizzoli). E di Insinna Neanche con un morso all'orecchio (Mondadori) nel quale il senso forte della mancanza si risolve proprio in un corpo a corpo col genitore, una lotta interiore dall'esito infine salutare per l'animo. Per non parlare di Carlo Verdone, che trae spunto dalla dipartita del papà, il grande intellettuale e storico del cinema Mario Verdone, per il viaggio a ritroso ne La casa sopra i portici, in Lungotevere dei Vallati (Bompiani), dove la sua famiglia ha abitato per mezzo secolo. Dalla tv alla letteratura ma anche al cinema, la narrazione di lutto o malattia. Al Festival di Cannes ha trionfato con la Palma d'oro «Amour» dell'austriaco Haneke. Jean-Louis Trintignant è un anziano nel tunnel del tragico male della moglie, interpretata da Emmanuelle Riva. Un fardello che gli fa tirare fuori gli scheletri nell'armadio della vita di coppia. E lo fa impazzire.

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