Cinquant'anni di ciak
da Loren a Capotondi Foto, filmati e costumi di scena dei set più belli dalla Dolce Vita a oggi
Siapre così una pagina recente della sua lunga storia scritta attraverso un rapporto fertile e ricco di scambi con il cinema, che da più di 60 anni invade sale, corti, torri e camminamenti, rivelando spazi nascosti e chiusi al pubblico. Articolata in sette sezioni, la mostra fa rivivere i set di film di culto, nelle sale e negli esterni, spesso reinventati da registi e scenografi, che trasformavano il castello in prigione e fortezza, ma anche in convento o collegio. Una selezione di frammenti ricavati da alcuni degli oltre cento film ritrovati (dopo un paziente e attento lavoro di ricerca) guidano i visitatori in un mondo fantastico e suggestivo. Grandi attori si ritrovano idealmente nelle sale del maniero dove hanno girato memorabili ciak: da Charlton Heston a Rex Harrison, fino a Tony Curtis, Monica Vitti, Gina Lollobrigida e Sophia Loren, senza tralasciare i giovani Filippo Nigro, Giovanna Mezzogiorno o Cristiana Capotondi. In particolare, un'inedita serie di foto di Monica Vitti, fuori scena da «La cintura di castità» propone un'inaspettata scoperta della musa di Antonioni. Lo straordinario omaggio a Roberto Capucci che, dopo la mostra del 2009, torna a Bracciano con un abito scultura dedicato al cinema (suo tributo personale alla mostra), è un altro modo per far dialogare nel castello eventi culturali e artistici. Mentre le grandi produzioni del passato firmate dai grandi maestri come Jean Delannoy, Carol Reed, Francesco Rosi e Pasquale Festa Campanile, domineranno la mostra con i loro memorabili film: «Venere imperiale», «Il tormento e l'estasi», «La cintura di castità» e «C'era una volta». Fino alle più recenti e popolari commedie, come «Il cuore altrove» di Pupi Avati, «Commediasexy» di Alessandro D'Alatri, e «Oggi sposi» di Luca Lucini. Accanto rivivono le fiction televisive di grande successo e anche programmi famosi e apprezzati come «Superquark» e «Ulisse - Il piacere della scoperta». Riprendono vita persino alcuni costumi di scena storici: quelli di Vittorio Nino Novarese per «Il tormento e l'estasi», di Lina Nerli Taviani per «Luisa Sanfelice» (dalla Collezione Costumi d'Arte) e di Danilo Donati per «La cintura di castità» (dalla Collezione Neri Costumi Teatrali). La mostra, sostenuta da Maria Pace Odescalchi (con la cura di Maurizio Conte, Priscilla Ippolito, Romano Milani e Luigi Piccolo) sarà arricchita dai commenti di Giorgio Salvatori e Francesco Festuccia che introdurranno le video-installazioni in mostra con il continuum delle musiche di Francesco Verdinelli.