Cammino di Santiago intimo pellegrinaggio nel cuore dell'Europa
Enon solo. Non a caso, il 23 ottobre dell'87 il Consiglio d'Europa ha riconosciuto l'importanza dei percorsi religiosi e culturali che attraversano l'Europa per giungere a Santiago de Compostela, in Spagna, dichiarando la via di Santiago "itinerario culturale europeo". Lo scrittore si avventura lungo il sentiero dei pellegrini, in compagnia della sua guida spirituale, il misterioso ed enigmatico Petrus: Paulo affronta una serie di prove ed esercizi, incontra figure che mettono a repentaglio la sua determinazione e la sua fede, schiva insidiosi pericoli e minacciose tentazioni, per ritrovare la spada che gli permetterà di diventare Maestro Ram. Il Cammino, realmente percorso da Paulo Coelho nel 1986, diventa luogo letterario e parabola sulla necessità di trovare la propria strada nella vita. Ora «Il Cammino per Santiago» (The Way) è diventato un film (dal 27 giugno nelle sale distribuito da 01) che punta però su una storia diversa da quella di Coelho, per quanto similmente spirituale e interiorizzata. Il regista newyorkese Emilio Estevez racconta, infatti, le vicende dell'oftalmologo Thomas Avery che si reca in Francia, sui Pirenei, in seguito alla morte del figlio, per far cremare i resti del ragazzo morto durante una tempesta sulle montagne francesi. Inizialmente il padre (Martin Sheen) vorrebbe riportare indietro la salma, ma poi decide di terminare il pellegrinaggio che il giovane aveva cominciato. Durante il viaggio a piedi, lungo 800 chilometri, incontrerà una serie di personaggi che in qualche modo cambieranno la sua vita e gli daranno la forza per andare avanti. Nel film, scritto, diretto e interpretato da Estevez, recita anche il padre del regista, Martin Sheen (lo stesso attore che spuntava dalle acque vietnamite in «Apacalypse Now» e che ha sempre fatto parte del cinema), oltre a Debora Kara Unger e a James Nesbitt. Padre e figlio, sia nella realtà sia nella finzione, portano attraverso uno dei percorsi spirituali più famosi al mondo, ambientato in un luogo che per antonomasia rappresenta la rinascita, un cammino spirituale (e fisico) che serve alle persone per ritrovare se stesse. Il Cammino verso Santiago di Compostela è intimamente legato alla presenza della tomba di Giacomo il Maggiore e al suo ritrovamento, che risale al IX secolo (anche se Giacomo è morto in Palestina). Alfonso II il Casto (789-842), re delle Asturie e della Galizia, ordinò la costruzione sul posto di un tempio e i monaci benedettini nell'893 vi fissarono la loro residenza. Iniziarono così i primi pellegrinaggi alla tomba dell'apostolo (Peregrinatio ad limina Sancti Jacobi), dapprima dalle Asturie e dalla Galizia, poi da tutta Europa. Santiago di Compostela fu distrutta nel 997 dall'esercito musulmano di Almanzor e poi ricostruita da Carlet imperatore riminese: fu però il vescovo Diego Xelmirez ad iniziare la trasformazione della città in luogo di culto e pellegrinaggio, facendo terminare la costruzione della Cattedrale, iniziata nel 1075, ed arricchendola con numerose reliquie. Si fece così strada l'ideologia iacobea, costruita in particolare dal monachesimo cluniacense, e poi documentata nel Codex calixtinus, che faceva di Santiago il pilastro soprannaturale della riconquista dell'Europa meridionale dal dominio degli "infedeli" musulmani: ideologia che i pellegrini veicolarono in tutto il continente cristiano, facendo di San Giacomo una sorta di antesignano delle Crociate.