Giovanni Battista La testa mozzata che si tinge di giallo
Sul Mar Nero si scoprono cranio e dita Le reliquie romane portate in Vaticano
Unavolta dentro la chiesa di san Silvestro in Capite, però, oltre la grata di ferro che proteggeva le reliquie del santo c'è soltanto un vetro non illuminato. Dei resti della testa di San Giovanni Battista non v'è traccia. Come novelli Robert Langdon di Browniana memoria, ci facciamo coraggio e andiamo a parlare con i Padri Pallottini. Da dietro una scrivania ci sentiamo rispondere con spiccato accento inglese che «la testa di San Giovanni Battista si trova in Vaticano da un mese e mezzo perché è in corso il restauro del reliquiario. Tornerà tutto a posto la prossima settimana, giusto in tempo per la festa del 24 giugno». Sarà un caso ma proprio in queste ore si parla di un'altra scoperta che coinvolge proprio quella testa, proprio i resti dello scheletro di San Giovanni Battista. Nel monastero di una piccola isola bulgara sul Mar Nero chiamata Sveti Ivan (che in bulgaro vuol dire semplicemente San Giovanni) sono stati trovati un dente, la parte anteriore di un cranio e la falange di una mano. Le ossa erano dentro un sarcofago che proviene dalla Cappadocia, dov'era attestata la presenza di una reliquia del Battista fino all'anno Mille. È a questo punto che entra in gioco il professor Thomas Higham dell'università di Oxford. Higham si offre di sottoporre le ossa alla prova del carbonio 14 e il responso delle analisi è abbastanza chiaro: le ossa risalgono al I secolo, dunque al periodo in cui effettivamente visse il Battista. Non solo: appartengono tutte allo stesso uomo e contengono elementi chimici che confermano la loro provenienza dal Medioriente, dalla regione cioè in cui si trova il fiume Giordano. Battista o non Battista, attorno ai resti del santo trovati sul Mar Nero il giallo c'è e si vede. Sono proprio le ossa del figlio di Zaccaria ed Elisabetta? Morto decapitato nel 35 d.C. dopo essere stato imprigionato da Erode Antipa? E se così fosse che ne sarebbe dell'autenticità delle reliquie custodite nella chiesa di San Silvestro in Capite a Roma e nella moschea Omayyadi di Damasco? Anche lì ci sarebbero infatti ossa del cranio gelosamente custodite e venerate. Copie, doppioni o resti intrecciati? A complicare le cose ci si mettono anche tre chiese francesi che si contendono la proprietà del cranio di san Giovanni. Tanto per cominciare si fa avanti la cattedrale di Amiens, la cui costruzione fu avviata nel 1206 allorché alcuni crociati, reduci dal Sacco di Costantinopoli, consegnarono in modo solenne un frammento di cranio frutto di un bottino. La reliquia era stata rinvenuta in un palazzo semidistrutto accanto alla residenza imperiale di Costantinopoli e fin dal ritrovamento si ebbe la certezza che fosse la testa di san Giovanni Battista. Un altro frammento del presunto teschio del santo fu incluso tra le reliquie donate alla Sainte Chapelle di Parigi durante il regno di Luigi IX di Francia, il «Santo». Anche questa seconda reliquia proveniva da Costantinopoli. C'è una terza chiesa, sempre in Francia, ad avanzare gli stessi diritti: Saint-Jean d'Angély, nella regione ovest di Charente-Maritime. Francia, Siria, Bulgaria e Italia dunque. Sono almeno quattro le nazioni che si contendono le reliquie del Battista. Ma non è detto ci sia un colpevole. Anche la reliquia custodita a Roma, a San Silvestro, non è che un frammento cranico: la calotta per la precisione. Quando anni fa fu presa dal reliquiario tardomedievale per essere sottoposta a un esame molto accurato, ne emerse che si era di fronte a frammenti tenuti insieme con della scagliola e un po' di cera. Quanto alla reliquia in sé, fu accertata la presenza accanto ad essa, anzi attaccato ad essa, di un pezzetto di stoffa, probabilmente lino, nella parte interna di una capsula d'argento dorato. Anche questo lembo di stoffa era ridotto in frammenti. Per quanto questo tessuto non sia stato passato ad un laboratorio di analisi, sulla scorta dei resti di una striscia decorativa, si ritiene che il periodo di datazione sia quasi certamente non posteriore all'ottavo secolo. Se la valutazione è attendibile, allora la reliquia fu portata a Roma dai monaci greci dove fu dato loro asilo quando papa Paolo I fondò il monastero e la chiesa di San Silvestro in Capite nell'anno 761 o forse un po' prima. Vale la pena di notare il fatto che il titolo «in Capite» è attribuito a San Silvestro nel 1192 o nel 1194, cioè una decina o una dozzina d'anni prima del Sacco di Costantinopoli. Quale che sia l'origine e la sua effettiva corrispondenza alla realtà, la reliquia attualmente venerata in San Silvestro come testa di San Giovanni Battista è stata da secoli e per secoli motivo di grande devozione e di infinite preghiere e, come tale, costantemente citata nella guide di Roma per pellegrini. Ma il giallo è appena cominciato.