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Il banchetto rinascimentale dà spettacolo a Villa D'Este

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IppolitoII d'Este non aveva ancora vent'anni, era già arcivescovo di Milano dall'età di sedici e impiegava tutto il suo mensile nel mantenimento della sua piccola corte e nelle attività di piacere. Memorabili e spettacolari, come la magnifica villa tiburtina a Tivoli, patrimonio dell'Unesco. Stupefacenti e sinonimo della propria magnificenza, come il convito consumato il 20 maggio del 1529, nel giorno di san Bernardino. «I cinquantaquattro commensali furono attori e spettatori di una "festa-spettacolo" cadenzata nei tempi dai rituali della tavola, con l'alternanza di 17 portate, fredde (di credenza) o calde (di cocina). Giusto per rendere l'idea, alla nona vivanda, mille ostriche servite con accompagnamento di arance e pere indicarono il momento scelto dallo scalco-regista per rimuovere il primo (dei tre) mantile e riallestire la tavola. Al posto degli dei in zucchero, l'atmosfera ormai riscaldata dal cibo e dal vino poteva consentire quindici licenziose figure di mori ignudi, sia maschi che femmine, realizzate con pasta di "sosameli" e la testa inghirlandata di lauro dorato, adornate di fiori e verdure, a coprire "le parti che naturalmente si nascondono". Ma gli ospiti disposti alla tavola decorata con arme, festoni, fiori, frutta a delimitare la scena del convivio in giardino, si trovarono davanti "salviette a più modi, e con diverse fogge di piegature, divinamente fatte" a incorniciare saliere e coltelli, pani e biscotti, preludio della kermesse gastronomica». È quanto ci descrive in anteprima Marina Cogotti, direttore di Villa d'Este a Tivoli che, insieme a June di Schino, studiosa di storia dell'alimentazione italiana e docente presso l'Università degli Studi Roma Tre e l'Università di Bologna, ha curato la mostra «Magnificenze a tavola – Le arti del banchetto rinascimentale» (fino al 4 novembre). Inaugura oggi. E c'è di tutto, di più. Dai trattati dei più famosi esperti dell'epoca, al servizio del duca di Ferrara. Vasi da pompa, preziose ceramiche e raffinatissime posate disegnate da Leonardo da Vinci, Tiziano, Giulio Romano e Benvenuto Cellini. Per vedere la mostra (tranne il lunedì), ingresso 11 euro (mostra + ingresso villa).

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