Primi colpi dello Strega
Atentare di scolarsi il 5 luglio al Ninfeo di Villa Giulia la bottiglia gialla del liquore Strega davanti alla storica lavagna nera che decreta il vincitore sono Emanuele Trevi («Qualcosa di scritto», Ponte alle Grazie, 92 voti), Gianrico Carofiglio («Il silenzio dell'onda», Rizzoli, 70) Alessandro Piperno («Inseparabili, il fuoco amico dei ricordi», Mondadori, 68), Marcello Fois («Nel tempo di mezzo», Einaudi, 64). Ai quattro pubblicati dai grandi gruppi editoriali (Mondadori con la consociata Einaudi piazza in gara addirittura due titoli, mentre Ponte alle Grazie fa parte del gigante Gems) si unisce l'indipendente Newton Compton con la bestsellerista Lorenza Ghinelli che firma «La colpa» e prende 38 voti. Delusione per Piperno superfavorito, ma mai come quest'anno il risultato è aperto e le strategie degli editori saranno raffinatissime per portare a casa il premio che vale almeno 20mila copie. A complicare le cose, poi, le novità della giuria, che dopo le polemiche degli ultimi anni (per esempio, chi era in corsa faceva anche parte della giuria dei cooptati 400 Amici della Domenica e questo adesso non è più possibile) si è allargata. Oltre ai due voti collettivi già andati a Carofiglio (quello dei ragazzi delle scuole superiori e della Dante Alighieri) ci sono i 60 dei lettori forti segnalati dalle librerie indipendenti. Insomma, la Fondazione Bellonci con il suo presidente Tullio De Mauro sta cercando di correggere lo strapotere dei colossi dell'editoria, storici ingordi di schede. Che il testa a testa sarà però tra il magistrato romanziere Carofiglio e l'intellettuale snob Piperno continua a essere la previsione più facile. Carofiglio, sostenuto da Rosellina Archinto e da Ferruccio De Bortoli, ha abbandonato il filone giallo dell'avvocato Guerrieri per inseguire nelle vie di Roma un uomo cinico, che risale a galla non tanto grazie allo psicanalista ma al figlio undicenne che gli chiede aiuto contro gli incubi. Piperno, presentato da Giorgio Ficara e da Raffaele Manica, completa il dittico cominciato nel 2010 con «Persecuzione». Qui i due fratelli ebrei già sconvolti dall'accusa di pedofilia scaraventata ingiustamente sul padre, continuano a scivolare, anche quando pare agguantino il successo, sul piano inclinato dell'esistenza. Vive tutto sul rapporto avuto con Pasolini e con Laura Betti il libro di Emanuele Trevi, «sponsorizzato» da Raffaele La Capria e da Francesco Piccolo. Meno romanzo e più autobiografia, zigzaga su vita e letteratura. Marcello Fois, che ha avuto i primi voti da Marino Sinibaldi e Domenico Starnone, fa cominciare la sua storia nella Sardegna del 1943, con un ragazzo che arriva senza sapere di chi è figlio e che dopo troppo tempo e un grande amore continua a chiedersi che radici ha. Ed ecco l'outsider Ghinelli, sostenuta da Giuseppe Leonelli e Sergio Santoro, che racconta di Estefan e del suo macabro ricordo d'infanzia. Riuscirà la trentenne Lorenza a tener testa ai giganti? Magari il gioco tra di loro sarà così duro che si annienteranno a vicenda? Editor e capi uffici stampa calati a frotte sulla terrazza di Casa Bellonci s'affannavano ieri a dire «mai dura come quest'anno». Trevi sfoggiava la «divisa» congeniale, t-shirt nera e giacca, Fois un paio di nerissimi occhiali, Carofiglio s'è fatto attendere, Piperno ancora di più. Ironico Walter Pedullà, il decano degli italianisti, chiosava: «Annata buona, ma non sappiamo se c'è il Dom Perignon. In gara molto mestiere e sufficiente qualità. Viene da pensare che oggi sappiano scrivere tutti. Votiamo per 12 candidati e potrebbero essere trenta. E c'è di tutto, tomi di 700 pagine e di 150, fantasy e storici, introspettivi, meditativi. I giovani? Sono più ambizioni e si buttano in prove ardue. Però, assistiamo a un fenomeno di cinesizzazione: si produce in serie. Ma continuiamo a cercare la Ferrari».