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Eminem, maledetto boxer mancino in «Southpaw»

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Adinterpretarlo c'è invece il super macho Hugh Jackman che si ispira al racconto Acciaio (Steel) di Richard Matheson, ambientato in un futuro prossimo nel quale i robot vengono costruiti per combattere al posto degli uomini. Kenton, ex pugile professionista prossimo al titolo mondiale, perde la sua occasione di conquistarlo quando un robot lo sostituisce sul ring. Divenuto manager dei robot, decide di impiegarli in combattimenti clandestini per racimolare un po' di soldi, ma in uno di questi incontri il robot viene distrutto. Finché non avrà la sua inevitabile rivalsa. Il 2012 sarà anche l'anno di Rocky: la Espn ha prodotto il documentario «The real Rocky» con Chuck Wepner, il pugile a cui Sylvester Stallone si è ispirato dopo averlo visto combattere contro Muhammad Ali. Il 4 dicembre Amburgo ospiterà la prima ufficiale di «Rocky: The Musical», che andrà in scena all'Operettehouse della città tedesca. Co-produttori saranno i campioni del mondo dei pesi massimi Wladimir e Vitali Klitsckho, con un budget iniziale di quindici milioni di dollari. Il musical sarà ritmato dalle canzoni di maggior successo della serie cinematografica: «Eyes of Tiger», «Gonna fly now» e «Take you back». Violenza, cattiveria (e persino sparatorie) segnano anche la nuova pellicola firmata da Quentin Tarantino «Django Unchained» che, pur permeato da atmosfere western ispirate alle pellicole di Sergio Corbucci, regala un insolito Leonardo DiCaprio. Se Jamie Foxx è lo schiavo liberato dallo spietato cacciatore di taglie tedesco (Christoph Waltz) in cerca di un gruppo di banditi, DiCaprio veste i panni di un inedito razzista che allena schiavi per farli combattere nella lotta. Un ruolo cattivissimo per Leonardo (da Natale nelle sale e in predicato per il Festival di Roma) che già si candida a entrare nell'Olimpo dei personaggi da ricordare. Nel 2013 il rapper Eminem tornerà, invece, sul grande schermo in «Southpaw». Nel film, firmato da Kurt Sutter, Eminem, (dopo il successo di «8 mile») riappare sullo schermo interpretando un controverso pugile nel massimo del suo successo, con una carriera in rapida ascesa ma che, ad un certo punto, si ritrova a fare i conti con una tragedia che lo colpisce. Dopo aver perso tutto, decide di risalire la china con molta fatica. Il titolo fa riferimento al suo essere mancino, che nella boxe è come un rapper bianco per l'hip-hop: pericoloso, indesiderato e non convenzionale. Un boxeur mancino ha davanti a sé una via molto difficile. Dina D'Isa

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