Pino Daniele conquista anche gli Stati Uniti
Unterritorio da cui l'artista napoletano continua ad attingere a piene mani, senza però mai dimenticare «le radici» mediterranee. Il suo concerto newyorkese, che ha fatto registrare il tutto esaurito, è stata la prima tappa di un tour negli States che lo porta anche a Boston, al Berklee Performance center, e a Washington, dove partecipa al Dc Jazz Festival. Un'appendice oltreatlantico del «La Grande Madre Tour 2012», prima di proseguire con le altre tappe italiane. L'accoglienza nella Grande Mela per Pino Daniele non poteva essere migliore. Posti in piedi non solo all'Apollo, dove ha presentato gran parte del suo repertorio in un sapiente mix tra i brani più nuovi e i suoi grandi classici. Ma anche nel corso dell'incontro avuto alla Casa Italiana Zerilli-Marimò di Manhattan, dove ha intrattenuto un entusiasta pubblico insieme al regista italo americano, John Turturro, che nel 2010 ha scelto come colonna sonora del suo film «Passione» uno dei capolavori del musicista napoletano: «Napul'è». «Quando ho composto questo brano avevo 21 anni», ha ricordato Pino Daniele. Sono passati più di trent'anni, e per Pino, che nel suo percorso artistico ha imboccato molte strade, sempre alla ricerca di suoni nuovi, quelle radici non si scordano: «Oggi i giovani vivono in un mondo massificato, nell'epoca di Internet ancora di più tutti tendono a fare le stesse cose, a comportarsi nella stessa maniera». È la modernità, e va vissuta a pieno, ma guai a dimenticare «le radici», la cultura dalla quale si viene e alla quale si appartiene. Così è nella musica. E a chi gli chiede se rispetto ai primi dischi, quelli fantastici della prima parte della sua carriera, non senta di avere un po' tradito le origini, risponde sicuro: «Tutti i cambiamenti per me sono venuti naturali, nulla di programmato. Ho sempre fatto quello che sentivo di fare. La musica si fa, non si discute». Oggi Pino Daniele riesce, dunque, a restare fedele alle sue origini e, allo stesso tempo, a conquistare nuovo pubblico attraverso sperimentazioni e tournée all'estero. La sua musica, infatti, è sempre riuscita a fondere il forte richiamo alle radici e le tentazioni musicali che gli arrivano dalle fonti più disparate. Il suo amore sconfinato per la melodia si sposa con i rischi e gli echi del blues e delle note afroamericane. Un mondo dal quale Daniele ha sempre saputo attingere ispirazione.