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Il Poverello sulle strade di Rieti

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Francesco d'Assisi Il Santo in dipinti e oggetti dal Duecento al Novecento. Esposti in tre sedi

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Uncammino culturale e spirituale per comprendere la straordinaria novità del messaggio del Poverello, emblema del misticismo occidentale. «Francesco, il Santo. Capolavori nei secoli e dal territorio reatino» è una mostra «pretesto» per conoscere Rieti e la Valle Santa, «vivendo» il francescanesimo nei quattro santuari di Greccio (dove nel Natale del 1223 realizzò la rievocazione della nascita di Gesù mediante il celebre "Presepe vivente"), Poggio Bustone, La Foresta e Fontecolombo, luogo questo dove il Santo di Assisi scrisse l'ultima «regola». È anche un evento perché una mostra di tale importanza non viene delocalizzata nella Capitale, ma realizzata a Rieti per promuoverne la conoscenza sul piano iconografico ed artistico e per valorizzarne il territorio nella sua vicenda biografica e nella storia del francescanesimo. E non da ultimo, per riconoscere alla città un degno ruolo nel «Museo Italia». Peraltro, la centralità dell'area laziale per la definizione e la diffusione dell'immagine di Francesco è attestata dalla antica rappresentazione del Santo nella cappella di San Gregorio nel Sacro Speco di Subiaco, tanto che la regione può essere considerata una meta privilegiata per la conoscenza degli aspetti storici e artistici legati all'origine e alla diffusione della Regola francescana. La mostra, che comprende cento opere legate alla figura del Santo, sarà inaugurata sabato prossimo per rimanere aperta fino al 4 novembre. Presentata al Chiostro degli Aranci di Palazzetto Venezia a Roma e ideata da Anna Imponente e Gianfranco Formichetti, nasce dalla collaborazione tra la Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici del Lazio e il Comune di Rieti. Si articola in tre diverse sedi. Negli spazi della sezione storico-artistica del Museo Civico viene presentato un nucleo di capolavori provenienti da tutta Italia: opere di grandi artisti tra cui Cimabue e Margarito d'Arezzo per il Medioevo; Antoniazzo Romano, Correggio proveniente dalla Galleria degli Uffizi di Firenze e Tiziano dalla Pinacoteca Civica di Ascoli Piceno per il Rinascimento; Annibale Carracci dalla Galleria dell'Accademia di Venezia, Pietro da Cortona per il Seicento. E, ancora, Giambattista Tiepolo dalla Fondazione Querini Stampalia di Venezia per il Settecento; Domenico Morelli dalla Galleria Nazionale d'Arte Moderna di Roma per l'Ottocento; per il Novecento Duilio Cambellotti e Adolfo Wildt, per giungere all'originale interpretazione fornitane ai nostri giorni da Mimmo Paladino dal MART di Rovereto e da Norberto. Nella seconda sede, il Salone delle Udienze del Palazzo Papale della Curia che ospita il Museo dei Beni Ecclesiastici, sono esposte le opere provenienti dal territorio reatino selezionate tra quanto di più interessante è stato espresso in onore di San Francesco: dipinti, sculture e paramenti sacri che testimoniano l'alta qualità della produzione locale. Tra le più notevoli le tele di Vincenzo Manenti, Giovanni Paolo Cardone, Francesco da Castello e il dipinto recentemente restituito al caravaggesco Bartolomeo Manfredi, proveniente da Leonessa per le quali, in considerazione della particolare fragilità delle opere su supporto ligneo, la Soprintendenza ha promosso restauri finalizzati alla stabilizzazione delle condizioni conservative e a renderne possibile l'esposizione in mostra per fornire un'occasione importante di valorizzazione e di studio di queste opere, il più delle volte conservate sacrestie di chiese e conventi difficilmente accessibili. Nella terza sede, negli spazi espositivi della Fondazione Varrone nel Palazzo Potenziani, sono raccolti oggetti preziosi: codici, incisioni, stampe, reliquiari, abiti, testimonianze vive e concrete della storia del movimento francescano nel territorio reatino dalle origini ai giorni nostri. La comunicazione dell'evento è arricchita dalla disponibilità di due applicazioni gratuite per iPhone, iPad e Ipodtouch. Insomma, misticismo, arte, turismo e tecnologia: una formula vincente.

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