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Verdone: la mia Cenerentola nel segno del perdono

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Concepitasu libretto di Jacopo Ferretti per il Valle di Roma (1817) dopo il successo a scoppio ritardato del Barbiere di Siviglia all'Argentina (1816), l'opera reca i segni più originali del Rossini comico e sentimentale. La vicenda della nota fiaba di Perrault (1697) perde in verità i suoi attributi fiabeschi e magici per diventare un'opera comica vera e propria con il ridicolo don Magnifico nel ruolo vocale di basso buffo e Cenerentola nei tratti di un mezzosoprano dalle corde nostalgiche. Il plot semiserio si arricchisce di travestimenti ad arte (il vero principe si scambia d' abito con il maggiordomo Dandini al fine di trovare una moglie davvero disinteressata), di un sapiente dosaggio tra patetismo (la povera fanciulla maltrattata dalle sorellastre e trattata come la sguattera di casa) e comicità. Scompare persino la fatina benefica rimpiazzata da un filosofo travestito da mendicante, così come le celebri scarpette necessarie alla agnizione finale sostituite da un più pratico braccialetto. Arie e soprattutto gli ampi concertati finali dimostrano la mano esperta di un compositore appena ventiseienne. L'opera, che ha goduto di interpreti straordinari come Gui e Abbado, la Valentini Terrani e la Berganza, Montarsolo e Luigi Alva, arriva domenica e lunedì sui teleschermi (Rai 1 ore 20.30) in diretta mondovisione sotto la direzione di Gelmetti sul podio dell' Orchestra Sinfonica della Rai con la regia di Carlo Verdone. Di ottima scelta il cast, tenuto rigorosamente segreto sino a ieri, con l'ucraina Lena Belkina nei panni della sfortunata protagonista, l'uruguayano Edgardo Rocha in quelli del principe, Annunziata Vestri e Anna Kasyan in quelli delle sorellastre, il basso Carlo Lepore come Don Magnifico, Simone Alberghino come Dandini e Lorenzo Regazzo come Alidoro. Lo spettacolo ideato e prodotto da Andrea Andermann, già promotore della Traviata a Parigi, della Tosca romana e del Rigoletto a Mantova, si avvale del Balletto dell'Esperia diretto da Mohovich e della animazione di Annalisa Corsi e Maurizio Forestieri. Faranno da sfondo ai vari quadri il Parco della Mandria a Venaria Reale, la palazzina di caccia di Stupinigi e il Palazzo Reale di Torino. Verdone torna a Rossini dopo la regia del Barbiere all'Opera di Roma nel 1992. «È proprio il fatto di non potersi permettere la minima imperfezione che ci ha spinto al rischio della diretta – racconta Verdone – Imposterò la mia regia nel segno dell'assoluto rispetto dello spirito rossiniano, lavorando sulle maschere dei personaggi, dando loro personalità ed anima e cercando di esaltare i toni da commedia e quelli più intimi e favolistici». Lorenzo Tozzi

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