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La borsa-sfilatino che è soprattutto scultura da camera

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Tuttiinvitati a darne una propria interpretazione. Tutti ugualmente rapiti da una borsetta col nome di uno sfilatino, «Baguette», uscita nel '97 dalla matita estrosa di Silvia Venturini Fendi, terza generazione della maison romana della doppia F (ora in mano ai francesi). «Mi era stato chiesto di immaginare una borsa particolarmente "facile" e funzionale. In un certo modo tecnologica e minimale, come era del tempo. La mia risposta - per fortuna sono una indomabile disobbediente - fu la Baguette», dice la stessa Silvia nell'introduzione di quello che oggi è diventato un volume da collezionisti («Baguette» ed. Rizzoli, 80 euro). Che parte dalla testimonianza della Fendi per passare agli estimatori più convinti e più diversi di quella borsa ingannevolmente piccola e semplice, da portare sottobraccio come il pane francese. «La piccola amica», la chiama la scrittrice giapponese Banana Yoshimoto, una sorta di coperta di Linus da cui non separarsi mai. Mentre dall'icona delle fashion victims, l'attrice Sarah Jessica Parker, mai ti saresti aspettato tanto romanticismo: ne ha due e dichiara di esserne « legata sentimentalmente» e «ora che ho due figlie, voglio che ne abbiano una a testa». Ma è l'architetto, costumista, scenografo e scrittore di moda, Quirino Conti, che ci fa capire che siamo davanti a ben altro che una semplice borsetta: «L'ho tenuta stretta a me, sotto il mio braccio....Cosa avrei potuto lasciarti di più vicino al cuore e al seno?». Il passo verso l'arte è breve e si muove attraverso le parole di Paola Antonelli (curatrice del Moma di New York), e del critico Achille Bonito Oliva. «La Baguette è nata come archetipo - spiega Antonelli - la sua forma semplice e riconoscibile è stata la base per centinaia di variazioni nei materiali e nelle interpretazioni». Gli artisti «sfidati a produrre una forma singolare, originale e moltiplicabile per diffusione, uso e per l'unico abuso», si divertono a personalizzare questa «scultura da camera», continua Bonito Oliva. Così accanto ai 700 modelli «ufficiali» firmati Fendi, è nata la collezione «parallela» riprodotta in immagini a grandezza naturale nel volume in uscita a giugno. Bruciata e graffitata da Tom Sachs, «segnata» da Francesco Vezzoli, colorata alla maniera di Jeff Koons, con un grande occhio sopra. Enzo Cucchi «assedia» la Baguette con una serie di teschi «memento che non ha nulla di drammatico», dalle parole di Bonito Oliva. Michelangelo Pistoletto scandisce il tempo sul retro della borsetta con piccoli orologi disegnati sopra, Loris Cecchini fa colare sulla pelle «tutti i suoi umori interni che esondano verso l'estero». Piccoli ragni camminano sull'opera di Donna Ong. Pennarelli, vernice, pittura a olio. «Stravolta» la piccola Baguette ora non è più solo moda, ma fenomeno sociale e, soprattutto, culturale.

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