Falcone e Borsellino la storia per immagini di due vecchi amici
Eproprio per non dimenticare, tra i tanti eventi in programma in tutta Italia in memoria dei due magistrati assassinati dalla mafia, spicca la mostra fotografica dell'Ansa: «Non li avete uccisi: le loro idee cammineranno sulle nostre gambe. Falcone e Borsellino vent'anni dopo», che è stata inaugurata l'altro giorno dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, a Palazzo Branciforte, a Palermo. L'esposizione raccoglie le istantanee tratte dall'archivio fotografico dell'Ansa che ricostruiscono la vita dei due magistrati, dalla nascita fino alla loro uccisione. Tra i tanti scatti i giochi dell'infanzia, il giorno della laurea, la vacanza al mare, gli incontri tra colleghi diventati anche amici. E poi i giorni del «corvo», le delusioni e le ostilità nel «palazzo dei veleni», il fallito attentato dell'Addaura, e infine le bombe assassine a Capaci e in via D'Amelio. Le tappe di due storie incrociate sin dall'infanzia: Falcone e Borsellino erano nati nello stesso quartiere del centro storico di Palermo. Le loro vite sono raccontate non solo con le immagini, ma anche con i testi giornalistici e le parole degli stessi magistrati diventati simboli della lotta alla mafia. Ne scaturisce un racconto suggestivo sul filo della memoria e di un impegno tenace e coraggioso che ha fatto diventare Falcone e Borsellino due eroi civili. All'interno della mostra viene proiettato anche un filmato con immagini di repertorio realizzato del Tgr Rai Sicilia. L'esposizione è stata allestita anche grazie al contributo delle famiglie dei due magistrati che hanno messo a disposizione foto private che rappresentano momenti di vita familiare. «È un'iniziativa importante che serve a non dimenticare», ha detto il Capo dello Stato al direttore dell'Ansa, Luigi Contu, l'altro giorno durante l'inaugurazione. «Mi auguro - ha aggiunto Napolitano - che questa mostra sia portata nelle scuole». Un vivo apprezzamento per l'iniziativa è stato espresso anche dal premier Mario Monti, al quale il direttore dell'Ansa ha consegnato un catalogo della mostra nel corso di un incontro avvenuto nell'aula bunker dell'Ucciardone, a conclusione di una manifestazione dedicata soprattutto agli studenti. L'esposizione è stata realizzata con il sostegno di Regione Sicilia e Assemblea regionale siciliana, delle Fondazioni Giovanni e Francesca Falcone e Progetto legalità in memoria di Paolo Borsellino e di tutte le vittime della mafia, della Fondazione Sicilia, di Unioncamere Sicilia, del Consorzio sviluppo e legalità, di Unicredit, di Confindustria Palermo e dell'Università degli studi di Palermo. In più con la mostra torna a vivere uno spettacolare edificio storico della cultura siciliana e palermitana. Grazie all'impegno della Fondazione Sicilia (ex Banco di Sicilia) presieduta dal professor Giovanni Puglisi, ha riaperto i battenti Palazzo Branciforte, un edificio della fine del '500, in pieno centro storico di Palermo, dopo il restauro firmato da Gae Aulenti, architetto e designer di fama mondiale. Dal 2005 il palazzo, vecchia sede del Monte dei Pegni di Santa Rosalia, è di proprietà della Fondazione, che lo ha acquistato per circa sei milioni di euro. Nel 2008 sono iniziati i lavori di restauro, costati complessivamente 18 milioni di euro, da poco completati. Aulenti ha voluto ridare vita all'intero complesso, mantenendo le testimonianze del passato e prevedendo «contaminazioni» contemporanee in alcuni ambienti interni. L'omaggio a Falcone e Borsellino qui, nel centro della città che li ha visti crescere e diventare amici assume un significato particolare. Così le immagini ufficiali, vicine ai momenti personali, in alcuni casi scanzonati, non può non commuovere. L'esposizione resterà aperta fino a settembre.