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La Croisette punta sulle dive hollywoodiane folli e trasgressive

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Stewart e Dunst senza veli per Kerouac Kylie Minogue musa e cantante sensuale

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Acominciare da «On the road» del brasiliano Walter Salles che si è ispirato all'omonimo romanzo di Jack Kerouac, edito nel 1957 dopo 9 anni di rifiuti editoriali. Da decenni molti artisti (da Francis Ford Coppola - qui nelle vesti di produttore - a Godard, passando per Gus van Sant, Marlon Brando e Montgomery Clift) hanno provato a trasporre il libro maledetto, icona della Beat Generation sul grande schermo. Salles racconta un Kerouac ventenne in viaggio per gli States, dal '47 al '50. Protagonista del film (da ottobre in Italia distribuito da Medusa) una sensuale Kristen Stewart, spogliata (non solo metaforicamente) dell'immagine romantica da vampira innamorata di Twilight. L'incontro decisivo che ha ispirato la pellicola è stato con John Cassidy, figlio di Neal, poeta della beat generation che nel romanzo si chiama Dean Moriarty ed è interpretato da Garrett Hedlund, mentre Sam Riley è Sal, alias Kerouac. Lo spunto per viaggiare arriva a Sal, aspirante scrittore newyorkese cui è appena morto il padre, dall'incontro con un nullafacente affascinante, Dean Moriarty e dalla sua sposa Marylou, molto libera sessualmente. Nel loro giro a New York c'é anche il cugino di Sal (Tom Sturridge), in realtà il poeta Allen Ginsberg e Old Bull Lee (Viggo Mortensen), il più anziano dei poeti beat, dipendente dall'eroina, alias William S. Burroghs. L'intesa tra loro è magica e totale: affamati di libertà (nell'America puritana del dopoguerra), droghe (dalla marijuana alla benzedrina) e sesso, partono senza meta, lavorando nei campi di cotone o persi nel jazz. Fino all'incontro importante per Dean con Camille (Kirsten Dunst), che sposerà e avrà due figli. La Camille del romanzo è Carolyn Cassady, «che ha 88 anni e ci ha raccontato - ha detto Salles - la sua storia di madre coraggio: ha cresciuto i figli avuti da Neal aspettando che il poeta tornasse a casa da lei». Altro film trasgressivo in gara è «Holy Motors» di Leos Carax (regista de «Gli amanti del Pont-Neuf»), per il direttore Fremaux «il film più folle della selezione». La storia è quella di Mr. Oscar (Denis Lavant), che è tante persone insieme: industriale, assassino e vittima allo stesso tempo. Mr. Oscar vive nella sua limousine bianca, guidata da una algida autista dai lunghi capelli bianchi (Scob), dove c'é un laboratorio teatrale di trucco. E mentre lei trasporta l'inquieto trasformista, lui frantuma la sua personalità: da uomo si muta in mostro, che balza da una tomba all'altra del cimitero per mangiare fiori e rapire una modella (Eva Mendes), o ascoltando Michel Piccoli nel ruolo dell'uomo-ombra. Oscar è anche capace di incontrare la sua amante Eva (la cantante pop Kylie Minogue) che canta sui tetti di un hotel: «Finalmente ho potuto unire la recitazione al canto».

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