Pitt: «Gli Stati Uniti? Solo un business»
Applausia scena aperta anche per il suo incisivo e violento gangster movie dall'anima politica (da Pitt prodotto e interpretato), «Killing Them Softly» di Andrew Dominik, in concorso ieri a Cannes. Come colonna sonora, oltre a qualche bel pezzo di musica rock, affiorano le voci continue dei notiziari televisivi o radiofonici, con le parole di Obama in piena campagna elettorale e prima della sua vittoria come presidente Usa. E mentre lui parla con enfasi degli ideali, a Chicago, il killer professionista Brad Pitt, in un bar e con una birra in mano, dice ironico e cinico: «Il nostro Paese non è affatto questo, la verità è che siamo soli e l'America è solo business, violenza, denaro». Pitt prova così a mostrare la vera faccia del capitalismo americano: «Questo lavoro racconta la realtà attuale. Si ha l'impressione di vedere un film di gangster, ma c'è dentro anche una microstoria del mondo reale - ha detto un Pitt in grande forma con vestito grigio, giacca aperta su una scollata t-shirt, capelli lunghi e biondi - L'eccessiva violenza del film non s'ispira ai videogiochi, fa parte della realtà, viviamo in un mondo interessato solo al denaro ed è giusto mostrarlo». Le scene violente impazzano, tra pestaggi con fiotti di sangue in contrasto con l'espressione impassibile di Brad nei panni di Cogan, killer assoldato per rimettere ordine tra le bande delle cupole mafiose americane, che si litigano una bisca clandestina gestita da Ray Liotta. Brad, che non è accompagnato a Cannes dalla sua Angelina, ha poi rivelato che «le date delle nozze sono tutte false e non è stato ancora fissato il giorno: è un fatto privato». In concorso con Pitt c'era ieri il regista Ken Loach che ha regalato al Festival francese un gran bel film. «The Angels' share» è delicato, tragico e persino comico, come il giovane protagonista, un balordo di Glasgow condannato ai lavori sociali, cui viene data una seconda possibilità. Il whisky scozzese, con il suo Angels' share (quel 2% di evaporazione alcolica che si perde ogni anno durante l'invecchiamento) e l'asta per aggiudicarsi un lotto di bottiglie preziose, diventerà la sua via di fuga per ricominciare da un'altra parte. Applausi anche per Bernardo Bertolucci e il suo film «Io e te» (tratto dal libro di Ammaniti). Il premio Oscar si sente di nuovo pronto a tornare dietro la macchina da presa: «Ho finalmente elaborato il lutto della sedia a rotelle - ha detto sorridendo - Non volevo sembrare vorace e così ho pregato di non inserire il mio titolo in gara. Questo è un film solare e meno barocco dei miei precedenti. Ammaniti è bravo a scrivere di ragazzi, ma non so perché li mette sempre sottoterra - si è chiesto il regista facendo riferimento a Lorenzo, protagonista del film, che si isola per una settimana nella sua cantina di casa - I personaggi (interpretati da Iacopo Olmo Antinori e Tea Falco) sono fratellastri e tra loro nasce una specie di erotismo, succede tra fratello e sorella quando c'è affetto». Bertolucci ha poi incontrato il ministro per i Beni culturali Lorenzo Ornaghi che ha tenuto a battesimo «Italia in luce», nuova struttura per la promozione del cinema italiano all'estero. Ci lavorano Istituto Luce-Cinecittà e Anica, con 4 ministeri: Beni culturali, Sviluppo Economico, Esteri e Turismo. Obiettivo: incentivare la distribuzione del nostro cinema all'estero e i fondi destinati a Italia in luce, che i partner del progetto mettono a disposizione a partire dal 2013, genereranno un valore complessivo di 5 milioni di euro annui. Rendere permanente il sistema del tax credit è infine l'obiettivo primario del ministro Ornaghi, il quale ha sottolineato che «non si intende procedere con tagli alla cultura».