L'amour di ogni genere in gara sulla Croisette
L'amoreper l'arte, per una giovane escort o per più uomini ha dominato la giornata plumbea della Croisette. A partire dall'intramontabile Alain Resnais, 90 anni a giugno, che ha presentato ieri (in concorso) «Vous n'avez encore rien vu», ricevendo in conferenza stampa una lunga e inaspettata standing ovation da giornalisti e fotografi. «Faccio film per me stesso, cercando di non ripetermi, anche se molti pensano che questa sia un'opera testamento, invece è pura energia - ha detto il regista francese circondato dagli attori, Sabina Azema, Pierre Arditi, Lambert Wilson, Anne Consigny - Vorrei che lo spettatore fosse colpito dal plot, senza sapere cosa può succedere, come dice il titolo del mio film», ha spiegato i regista sempre più minuto, pallido e coperto dai suoi grandi occhiali scuri. Una pellicola, la sua, che coinvolge fin dalle prime scene, quando dei grandi attori francesi (oltre ai citati, ci sono Mathieu Amalrich, Michel Piccoli, Anny Duperey, Hyppolite Girardot) ricevono la notizia della morte dell'amico Antoine d'Anthac e la convocazione di recarsi nell'isolata dimora seguendo le disposizioni testamentarie. Seduti nel salone della monumentale villa guardano un video dell'amico che aveva messo in scena più volte l'Eurydice. A loro spetta l'eredità di seguire il lavoro di una compagnia di giovani. Si apre così la sfida con i ragazzi: il teatro entra ed esce dal cinema, «suscitando le loro fantasie e le loro memorie sulla piece e su quello che racconta dell'amore e della morte - ha sottolineato il maestro di "Hiroshima mon amour" - Gli attori sono bravi e io e io sono solo un bricoleur che mette insieme i pezzi, sul set guidato dall'emozione e da una reale magia». Un altro grande maestro, il 72enne iraniano Abbas Kiarostami, racconta in «Like someone in love» (che ha subito qualche fischio) la storia di un vecchio professore che richiede, forse per la prima volta, la prestazione di una giovanissima escort e da questa trasgressione ricaverà, più che sesso, due nipoti acquisiti. Il regista lo ha girato in un'altra delle sue trasferte internazionali (stavolta in Giappone, due anni fa in Toscana con «Copia Conforme»), a Tokyo, dove tutto si svolge in 24 ore, in una deriva erotica (tutta mentale e per niente enfatizzata sullo schermo), in cui il vecchio e grassoccio Akiko accoglie la escort (Tadashi Okuno) nella sua casa piena di libri come fosse una lontana parente. Ma la ragazza, che fa questo lavoro per pagarsi gli studi, si spoglia, va subito a letto, è stanca e si addormenta. Nel cuore del prof esplode un inevitabile affetto senile: il giorno dopo l'accompagna all'università, le compra i libri e fa la conoscenza del suo fidanzato (ignaro della seconda vita di Tadashi) che lo scambia per il nonno. Per Akiko arriva così un altro nipote acquisito, un giovane ingenuo, convinto che il suo dovere è solo quello di proteggere la sua innocente Takashi dai pericoli della vita. Nel terzo film in concorso «Another Country», Hong Sangsoo, regista cult coreano, dirige la straordinaria Isabelle Huppert che si moltiplica in tre per fare tre donne diverse, ma in fondo simili nei tre episodi. La prima Anne è una distratta regista di successo francese in visita a un collega coreano. Anne è poi una donna sposata con un manager ma amante di un presuntuoso regista coreano. La terza Anne, infine, è madre di due figli ed ex moglie di un uomo che l'ha tradita con la sua segretaria di origine coreana, mentre tutti i coreani maschi si perdono nel fascino esotico dell'europea e matura Anne.