di Carlo Antini Quando negli anni Cinquanta si andavano a vedere le partite di calcio a casa del vicino che aveva la televisione nuova di zecca, era una grande festa.
Eraun rito collettivo, il primo della nascente società di massa. Da poco più di dieci anni, sugli schermi del cinema proiettavano «Casablanca», il film di Michael Curtiz interpretato da Humphrey Bogart e Ingrid Bergman. Quella pellicola sarebbe diventata un cult, un mito hollywoodiano senza tempo che ancora oggi mantiene inalterato il suo fascino. A settant'anni esatti dalla produzione datata 1942, proprio «Casablanca» torna ad essere la chiave di volta di un nuovo rito collettivo. Che, questa volta, corre sul filo delle nuove tecnologie digitali. In occasione di un anniversario così importante, la Warner Bros ha deciso di festeggiare la data su Internet e sui social network. Stanotte all'una ora italiana, sulla pagina Facebook www.facebook.com/CasablancaTheMovie verrà mandato in onda in streaming l'intero film in bianco e nero. Gratis. Non sarà la solita navigazione sul web. Nello stesso momento milioni di persone in tutto il mondo saranno inchiodate davanti al monitor del computer. Che siano negli Stati Uniti, in Italia, in Nuova Zelanda o in Sudafrica poco importa. Il sole sorgerà, tramonterà o sarà notte fonda ma sullo schermo davanti a noi scorreranno le stesse immagini. Rispetto al rito collettivo degli anni '50, questa volta nel salotto ci sarà una sola persona. Non si dovrà stare seduti per terra perché si potrà restare comodamente sulla propria poltrona o sdraiati sul letto davanti al portatile, senza disturbare la signora di fronte. Ugualmente, però, non si starà davvero da soli perché in quel momento si farà parte di una comunità allargata, di un'«intelligenza collettiva» come l'avrebbe chiamata Pierre Levy. Sulle pagine del social network inventato da Zuckerberg, si potrà dialogare con gli altri utenti, lasciare i propri commenti e pubblicare foto e filmati in qualche modo collegati al film di Curtiz. Torna subito alla mente l'omaggio fatto da Woody Allen nel 1972 e intitolato emblematicamente «Play it again, Sam». È la citazione diretta della famosa battuta pronunciata dalla Bergman nel film di Curtiz. Nell'omaggio cinematografico e teatrale di Allen, un imbranato critico cinematografico sogna di rivivere la passione tra Bogart e la Bergman con la moglie di un amico. Lo stesso titolo originale del film scritto come commedia teatrale, «Play it again, Sam», ricorda la famosa battuta della Bergman: «Suonala, Sam. Suona mentre il tempo passa». Per il rito collettivo del terzo millennio, la Warner Bros ha fatto le cose in grande e ha lanciato sul mercato un cofanetto edizione speciale del film, con documentari e interviste per un totale di quattordici ore di materiale. «Facebook è divenuta la destinazione quotidiana di milioni di persone - spiega il presidente della Warner Bros Digital Distribution Thomas Gewecke - Lo scorso marzo la casa di distribuzione ha offerto per la prima volta i suoi film a noleggio sul social network. Pertanto rendere i nostri film disponibili su Facebook è una naturale estensione dei nostri sforzi di distribuzione». L'amore tra Bogart e la Bergman nascerà di nuovo, moltiplicato all'ennesima potenza sui pixel dei monitor. Il flusso delle informazioni viaggerà senza sosta, accavallando battute e personaggi. Tra l'amore sofferto di Rick Blaine e il doppio gioco sentimentale di Ilsa Lund rivivremo lo spionaggio e il controspionaggio della seconda guerra mondiale, i tentativi di fuga, i tradimenti e i voltafaccia dell'ultimo minuto. E chissà se durante la visione «social», ci sarà qualcuno dei milioni di spettatori che si accorgerà delle storiche incongruenze della pellicola di Curtiz. Come quando due «lettere di transito» consentono ai loro portatori di lasciare il territorio francese. In alcune versioni del film viene detto che le lettere sono firmate da Maxime Weygand, in altre dal generale di Francia Libera Charles De Gaulle. O come quando Victor Laszlo afferma che i nazisti non possono arrestarlo perché «...ogni violazione di neutralità cadrebbe sul Capitano Renault», ma questo stride fortemente con la sua fama di nemico pubblico. Nella realtà non vi furono mai soldati della Wehrmacht nelle colonie francesi. Il web mette in discussione e rilancia per tutti il mito di «Casablanca» con la consapevolezza che la distribuzione digitale ripenserà il modo di fare business anche con i classici. Cinema e web? La risposta ce l'ha Rick: «Louis, penso che questo sia l'inizio di una bella amicizia».