Valentina Ciccone si racconta in vista del nuovo "Qualunquemente"
Sta lavorando con Albanese per il sequel del fortunatissimo "Qualunquemente", che verrà proposto al pubblico probabilmente per il prossimo Natale e su cui vige ancora il più severo top-secret; ha lavorato con Michele Placido e Alessandro Gassman nel film "Roman e il suo cucciolo", storia di droga e immigrazione, una vicenda di sentimenti intensi tra padre e figlio, una pellicola in bianco e nero che verrà presentata in autunno a Venezia. Ha avuto un ruolo anche all'interno della serie televisiva più fortunata degli ultimi anni, "I Cesaroni". E poi ancora con Fabrizio Bentivoglio e Luigi Burlando, e con Sergio Arcuri in "Vita da paparazzo", diretto da Pingitore per la tv. Il suo biglietto da visita, al di là del fisico prorompente, è proprio questo: nonostante la giovanissima età Valentina Ciccone ha saputo ritagliarsi un ruolo "importante" nel variegato mondo dello spettacolo italiano ("ma il mio vero sogno è diventare attrice internazionale", rivela). Non è un caso se Bruno Oliviero, il mitico fotografo delle dive, ha deciso di inserire anche lei nel suo ultimo libro (Dive & Divi). "Non miro a diventare un'attrice che fa tutti i ruoli ma che poi alla fine nessuno riconosce - racconta -; il mio obiettivo è riuscire a ritagliarmi ruoli da protagonista, anche sensuali - perché il mio fisico ha le caratteristiche che ha - ma raccontando storie di spessore". E come ti prepari per questo traguardo? "Studiando. Con Anna Strasberg, ad esempio, e non perdendo alcuna possibilità di effettuare seminari e corsi di studio appena si presenta l'occasione. Ho dei coach con cui mi preparo ogni volta in funzione di un provino, di una parte". La sua fisicità estrema ("ma io amo i ruoli stremi", afferma divertita) nasconde invece una profonda sensibilità che rasenta la timidezza. Ha un passato difficile, del quale non ama parlare. Piuttosto si concentra sul futuro... Ma questa fisicatà, fino ad oggi è stato un limite o un aiuto? "Mi aiuta a livello mediatico, certamente - spiega Valentina - ma alle volte si trasforma in un pregiudizio quando si tratta di decidere una parte o un ruolo. Per questo non smetto mai di studiare, perché è sul set, quando si presenta l'occasione giusta, che devi dimostrare quanto vali". Bella, forte, determinata. Caratteristiche della sua terra, la Sicilia, che condivide con il suo compaesano Giuseppe Tornatore (evidentemente da quelle parti la Terra è generosa...). Qual è l'attore col quale ha un rapporto particolare? "Stimo molto Alessandro Gassman, che ho conosciuto ne I Cesaroni e che poi mi ha voluta in Roman. Quella è stata la mia prima vera esperienza sul set ed ero agitata, ovviamente. Lui è stato molto carino, mi ha seguita, confortata. Mi suggeriva "di nascosto" come cavarmela, ma non per questo è stato tenero, anzi. Mi ha detto di dovermi "rassegnare al fatto di essere bella", e mi ha presa subito per il film. Devo dire che ha valorizzato la mia sensualità, aiutandomi anche davanti a Michele Placido che, devo confessarlo, mi metteva soggezione. Ecco, come artista lo stimo molto, come uomo anche". Dicevamo dei ruoli, estremi e sensuali. Ma non solo; hai avuto anche parti drammatiche... "Sì, anzi devo dire che le parti drammatiche le prediligo a quelle brillanti. Ho recitato ne "L'Eredità", un film indipendente del regista Al Festa che sarà presentato al Fanta Festival. Un'esperienza interessantissima". La strada è segnata: il fisico c'è, la determinazione non manca, la preparazione anche. Per veder nascere la stella di Valentina Ciccone agli spettatori non resta che accomodarsi in sala. Ciak, si gira.