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Mille Miglia di polvere e amore

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Dalle vittorie impossibili di Nuvolari al vintage d'autore Percorso Brescia-Roma e ritorno. C'è pure lo sceicco del Qatar

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«Nando»Minoia, il collaudatore della Isotta Fraschini diventato pilota-divo, li percorse a bordo di una Om alla media di 77,238 Km/h. Con lui vinse Giuseppe Morandi, lasciando dietro 54 vetture. Era il 27 marzo 1927 quello che salutò il traguardo della prima Mille Miglia, la «corsa più bella del mondo», come poi l'avrebbe chiamata Enzo Ferrari. Era nata per una ripicca dei «quattro moschiettieri» bresciani, appassionati di motori e di gare: due conti, Aymo Maggi di Gradella e il suo amico, e primo finanziatore, Franco Mazzotti, entrambi alla guida della neonata AC Brescia; Renzo Castagneto, grande organizzatore e già pilota; Giovanni Canestrini della “Gazzetta dello Sport”. Tutti a quattro furibondi perché alla loro città non era stato assegnato il Gran Premio d'Italia. Così se la fecero su misura, la corsa. Da Brescia a Roma - la capitale dove tra il pubblico potevano esserci il Duce e il Re - e di nuovo a Brescia. Un percorso a forma di "otto" lungo appunto 1.600 km, corrispondenti a mille miglia. Nessuno avrebbe immaginato che stava per nascere un evento non solo sportivo ma di costume. Lo spaccato di un'epoca, popolato da donne fatali ed eroici atleti che toccavano il traguardo con le ossa rotte e la faccia coperta di polvere. Anni infiammati dalla creatività italiana, da imprenditori forsennati e geniali. Da vetture chiamate Bugatti, Bianchi, Torpedo, Fiat. Un'aura leggendaria che calamitava intellettuali. Il mito della velocità entusiasmò i Futuristi e insieme a loro Gabriele D'Annunzio, che sulla Mille Miglia scrisse versi. E il praghese Franz Kafka in veste di cronista scrisse un pezzo da antologia per la gara di piloti e vip. Proprio questo miscuglio di sportivi e bella gente è l'atout che fa fibrillare qualsiasi spettatore. E la tradizione glamour è perfettamente rispettata nella Mille Miglia 2012, presentata ieri in Campidoglio di fronte a un Gianni Alemanno in brodo di giuggiole ai flashes che immortalavano in fondo alla scalinata capitolina Martina Stella - minigonna appoggiata a una vettura d'antan rosso fiamma - nel ruolo di madrina della contesa. I motori romberanno dal 17 al 19 maggio: Brescia-Roma-Brescia, ma con l'«otto» del percorso allargato a Ravenna e alla Repubblica di San Marino, per poi convergere da Spoleto alla volta della Città Eterna, dove s'arriverà il 18 maggio. Alessandro Casali, l'organizzatore, e Sandro Binelli, il segretario generale, hanno svelato il catalogo dei partecipanti illustri: John Elkann, presidente della Fiat, si mette in gioco con la blasonata moglie Lavinia Borromeo. A bordo di una berlinetta sportiva uscita dall'industria di nonno Giovanni negli anni Cinquanta, attraverseranno lo Stivale riferendo ai fans via Twitter. Cercherà di sbarrare loro la strada lo sceicco del Qatar, Mohamed Al Thani. E si metteranno in pista Stirlin Moss, storico collaudatore Jaguar e il più veloce pilota Mille Miglia (il suo record è di 10 ore e 8 minuti) in coppia con Norman Dewis e a bordo di una Jaguar C-type 1953. Guiderà la leggendaria «Ali di Gabbiano» (la Mercedes Benz 300 SL W194 che compie 60 anni) Jochen Mass, ex pilota di Formula. I vincitori dell'edizione 2011, Giordano Mozzi e Stefania Biacca, ci riproveranno con un vero e proprio cimelio, una Lancia Astura Mille Miglia del 1938 tirata fuori dal museo Nicolis di Villafranca. Un ritorno al passato, agli anni Trenta sotto il segno di Tazio Nuvolari - il «mantovano volante» che era stato capace di affrontare il Gran Premio delle Nazioni del 1925 ingessato e incerottato - e di Achille Varzi, un novarese smilzo neanche trent'enne, tutto nervi e fegato. Ma ci sono stati anche colossi affamati di braciole nel campionario della Mille Miglia. Ecco Giuseppe Campari da Lodi, vittima della sua voracità al punto di lasciare la corsa durante la tappa a Roma. Rapida sosta in una fraschetta foriporta, a ingollare abbacchio, pastasciutta, insalata. E poi via, di corsa alla volta del traguardo bresciano. La Mille Miglia fu interrotta nel 1940, quando entrammo in guerra, e si ripresentò nel giugno 1947, nell'Italia repubblicana. Conobbe popolarità, vittorie Ferrari ma anche, nel 1957, la tragedia del pilota spagnolo Alfonso de Portago, morto dopo essere uscito di strada a 300 all'ora. Nel 1977 la prima gara riservata alle vetture storiche. Che appassiona ogni anno.

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