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C'era una volta in America Il film di Sergio Leone come non si era mai visto

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Sulla Croisette la versione restaurata da Scorsese & Gucci con 25 minuti inediti

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Epico,l'arco di quarant'anni (dagli anni Venti ai Sessanta), per le drammatiche avventure di David Aaronson detto "Noodles" (Robert De Niro) e del suo amico Maximilian Bercovicz detto Max (James Woods), nel loro progressivo passaggio dal ghetto ebraico all'ambiente della malavita organizzata nella New York del proibizionismo e del post-proibizionismo. Poetico, nelle scene più violente e triviali, che rendono lirica, attraverso la magia dell'arte, persino l'immagine di uno stupro, la scoperta del tradimento del migliore amico o la perdita della coscienza svanita tra i fumi dell'oppio. Solo la mano di un grande genio del cinema, come Sergio Leone, avrebbe potuto fare tanto. E chiudere così la sua Trilogia del Tempo e la Teoria dei Sogni (dopo «C'era una volta il West» e «Giù la testa») con quel capolavoro di malavita e romanticismo che è «C'era una volta in America». La trama definitiva venne in mente al regista nei primi anni Ottanta, quando lesse il romanzo «The Hoods» di Harry Grey, firmato dall'autore con uno pseudonimo per poter nascondere la sua identità, visto che si trattava dell'autobiografia di un vero gangster negli anni del proibizionismo, e si chiamava proprio David Aaronson. Dopo aver rifiutato l'offerta per dirigere «Il padrino», lavorò per circa dieci anni a questo progetto, incentrato sulla mafia e i gangster americani. Le riprese inziarono nel giugno del 1982 e si conclusero circa un anno dopo (nell'aprile del 1983), tra Brooklyn, Manhattan, New Jersey e Florida fino al Québec, Parigi, Venezia e agli Studi di Cinecittà. L'ultimo film di Sergio Leone (1929 -1989) fu presentato fuori concorso al Festival di Cannes nel 1984 e quest'anno torna in versione restaurata grazie all'iniziativa della Film Foundation di Martin Scorsese, con il finanziamento di Gucci (una collaborazione che dal 2006 ha riportato alla luce opere come «Il Gattopardo», «Le amiche», «Senso» e «La Dolce Vita»). Oltre al restauro della Cineteca di Bologna, la pellicola verrà presentata con 25 minuti di scene in più, recuperate dopo il primo montaggio di Leone. Venticinque minuti completamente inediti, tagliati anche dal primo produttore, che consentiranno di allungare di nuovo la pellicola dai 229 ai 245 minuti. Il film venne infatti distribuito commercialmente negli Usa nel giugno del 1984 e nel primo week-end di apertura incassò 2.412.014 dollari: a causa della pessima versione montata dal produttore Arnon Milchan, il film ebbe un immediato calo di spettatori e fu un grosso insuccesso di pubblico con un incasso complessivo di soli 5.321.508 di dollari sul mercato americano (a fronte di un budget di 30milioni di dollari) e posizionandosi in un deludente 107º posto della classifica dei maggiori incassi Usa. Le cose andarono molto meglio in Europa, dove venne distribuita la versione montata secondo le direttive del regista: in Germania il film incassò l'equivalente di oltre 9milioni di dollari. Ottimi risultati si ebbero anche in Francia, in Italia, in Svezia e nel Regno Unito. Gli eredi di Sergio Leone, il produttore Andrea con la sorella Raffaella, hanno ricomprato i diritti dal produttore del film, Milchan, che distribuì «C'era una volta in America» in una versione dai tagli brutali (135 minuti in tutto), montati in ordine cronologico e non con i flashback che lo caratterizzano. Il produttore diventò così corresponsabile dell'iniziale flop statunitense grazie a una versione che il regista non volle vedere mai. Fu sempre Leone a lanciare nel firmamento delle star, come Clint Eastwood, che fino ad allora era un modesto attore televisivo statunitense con pochi ruoli al suo attivo. In questo periodo si firmò spesso Bob Robertson, una anglofonizzazione del nome d'arte usato dal padre Vincenzo, Roberto Roberti, autore del cinema muto italiano. Molti i cineasti che si sono ispirati alla sua cinematografia, da Tarantino a Sam Peckinpah, John Woo, Martin Scorsese, Brian De Palma e Clint Eastwood, fino a Stanley Kubrick che diceva: «Se non avessi visto i film di Leone non avrei mai potuto realizzare "Arancia Meccanica"». Anche se Scorsese ha voluto fortemente il restauro, collaborando con la Cineteca, non ha assicurato la sua presenza a Cannes Classics. Ma alla proiezione non mancheranno Robert De Niro, Elizabeth MacGovern (la dolce Deborah che il protagonista ha sempre amato) e Jennifer Connelly che interpretò Deborah bambina, inaugurando così la sua fortunata carriera hollywoodiana, oltre alla famiglia Leone e al produttore Milchan che ritagliò per sè un piccolo ruolo come autista di Max (James Woods). Il progetto di questo director's cut ha richiesto un anno di lavoro anche per armonizzare la colonna sonora di Ennio Morricone e per ripristinare le nuove scene. Cosa si vedrà? Pare certo l'incontro culminante al cimitero ebraico di Riverdale tra De Niro e la star premio Oscar Louise Fletcher, ma anche nuove scene d'amore tra Bob e la bella Elisabeth (che viene da lui stuprata per gelosia quando lei gli dice che partirà per iniziare la sua carriera di attrice).

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