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Benedetto XVI Il papa che si racconta facendo lo scrittore

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Nel «Gesù di Nazareth 3» in preparazione scelte di vita, speranze e momenti di fede

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Ciha lavorato la scorsa estate a Castel Gandolfo. Ci ha dedicato ogni momento libero disponibile - e come il Papa riesca a ritagliarsi dei momenti liberi "non posso rivelarlo", ha dichiarato il segretario di Benedetto XVI mons. Georg Gaenswein. E continua a limare e rivedere un testo la cui pubblicazione - che sarà in contemporanea in diverse lingue - a questo punto dovrebbe slittare a ottobre. Un volume che già si preannuncia un best-seller. C'è da starne certi, però, che Benedetto XVI non pensa alle vendite. Questo Gesù di Nazaret è il frutto di una ricerca lunga tutta una vita. Una vita in cui si è battuto perché alla Scrittura venisse ridata dignità storica. Una dignità che era stata messa da parte dall'esasperazione del metodo-storico critico. Che in qualche modo aveva reso la teologia una scienza tra le altre. Per Benedetto XVI, però, non può essere così. Se la teologia perde la sua ragione di fede, perde anche la sua ragione di essere. È per questo motivo che il progetto della vita di Gesù è andato avanti nonostante l'elezione a Pontefice. Ed è per questo motivo che il Papa lo ha voluto firmare con il nome di Joseph Ratzinger, consegnando i suoi libri al dibattito e svincolandoli dal Magistero. Scelta, questa, modernissima. Di questo terzo volume del Gesù di Nazaret, in alcuni siti tedeschi - forse più in base a calcolo delle probabilità - già si anticipano i titoli di alcuni capitoli: "La nascita di Gesù", "L'adorazione dei Magi", "La presentazione di Gesù al tempio", "La fuga in Egitto". Di quest'ultima, il Papa, anche da teologo, ha rivendicato il carattere di evento storico, e non di mero simbolo, della fuga in Egitto della Sacra Famiglia, e nel messaggio per la Giornata Mondiale del Migrante del 2007, poi, ne aveva addirittura fatto un paradigma della condizione umana. Nella settimana degli anniversari (il compleanno lunedì 16, l'elezione giovedì 19, il solenne inizio di pontificato il prossimo martedì 24), forse il modo migliore di comprendere Joseph Ratzinger è tracciarne una biografia a partire dai suoi libri. Da quel "Il Popolo di Dio in Sant'Agostino", il primo di 16 volumi dell'opera omnia di Joseph Ratzinger teologo, che non è altro che la tesi di dottorato in cui Joseph Ratzinger sottolineava che il popolo di Dio è un "popolo eucaristico", ma che allo stesso tempo essere "intorno all'altare" non significa chiudersi al mondo. E così, il Papa teologo si configura, da sempre, come un Papa in dialogo con il mondo. E non è un caso che il capitolo sulla Resurrezione del secondo volume su Gesù sia forse quello cui Benedetto XVI ha messo più volte mano. È nella Resurrezione la novità del cristianesimo, una religione che è anche uno scandalo tale che - aveva scritto Ratzinger nel suo volume più celebre e tradotto, Introduzione al cristianesimo - "chi tenta di diffondere la fede in mezzo agli uomini che si trovano a vivere e a pensare nell'oggi può davvero avere l'impressione di essere un pagliaccio, oppure addirittura un resuscitato da un vetusto sarcofago, che si presenta al mondo odierno avvolto nelle vesti e nel pensiero degli antichi, e nell'epoca nostra e pertanto nell'impossibilità di comprendere gli uomini dell'epoca nostra e di essere compreso da loro".

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