«La complicità? Un legame forte e tutto femminile»
Protagonistauna straniera ingannata e portata sulla strada, interpretata da Barbora Bobulova, che avrà però il suo riscatto grazie alla complicità di un'amica. Bobulova, ce ne sono tante di donne dell'Est Europa che si lasciano ingannare così facilmente? «Sono tutte ragazze che provengono da realtà sociali degradate e sognano una vita migliore, che poi si rivela per loro una trappola, un'illusione creata apposta da uomini senza morale pronti a promettere loro l'impossibile. Il mio personaggio non è però una ragazzina (anche perché non avrei potuto interpretare un ruolo così giovane) ma una donna e una madre. Incontra un uomo apparentemente bravo, ma quando lui ha difficoltà economiche la costringe a prostituirsi nonostante abbiano un figlio insieme». Ci sarà per le donne una speranza di liberazione dalla dipendenza e dalla schiavitù? «Il mio personaggio riuscirà a riconquistare la propria vita, la carriera e suo figlio, dopo un percorso drammatico. Nella realtà purtroppo non è sempre così facile. Mi ricordo, quando vivevo nel mio Paese (in Slovacchia), che c'erano concorsi di bellezza e continue proposte di lavoro verso le quali ho sempre mostrato molta diffidenza.Servirebbe una maggiore informazione nelle scuole sui rischi nei quali le ragazze possono incappare: quando le donne entrano in questi giri balordi, vengono sottratti loro soldi e passaporto. Restano sole con la loro paura, persino verso quelle autorità (a volte corrotte) che teoricamente dovrebbero proteggerle. Ecco, che quelle ragazze, a differenza delle italiane, non hanno più armi, sono ricattabili e fragili. Il mio personaggio se la caverà solo grazie alla complicità della sua amica Glory (Ester Ortega)». Crede nell'amicizia tra donne? «Moltissimo. La complicità tra donne c'è sempre stata, ma forse in questo periodo si è rafforzata ancora di più, soprattutto tra due persone, come le protagoniste del film tv, che soffrono gli stessi drammi. Helena & Glory sono completamente diverse, ma entrambe hanno però il coraggio di ribellarsi, di riconquistare la propria libertà e la propria dignità ». Ha finito da poco le riprese romane del film con Mastandrea «Gli equilibristi», che storia è? «Io e Valerio siamo una coppia sposata che va in crisi: alla loro incomunicabilità si aggiungono la precarietà e le difficoltà economiche del momento, visto che anche separarsi costa. Le ragioni della crisi economica vanno cercate anche nel carattere degli italiani che hanno delle responsabilità in merito, hanno sperperato troppo nel passato, c'è stato troppo benessere. Spero che questo tsunami generale duri poco e conduca a riflettere, verso un cambiamento che gli individui non erano in grado di fare. Così ci pensa ora la crisi a renderli meno materiali. Vengo da un Paese socialista dove eravamo tutti uguali, non c'erano poveri e non c'erano ricchi: ci vorrebbe una terza via tra socialismo e capitalismo, che invece è fondato su pochi ricchi che generano tanti poveri». Altri progetti in cantiere? «Sarò protagonista del secondo film di Rocco Papaleo da regista, a fine agosto inizieremo le riprese di «Una piccola impresa meridionale», pellicola corale sulla realtà di oggi del sud, ma non solo. Vorrei lavorare anche con Cate Blanchett, Meryl Streep o Kate Winslet e magari farmi dirigere da Tarantino in un ruolo diverso da quello della mia quotidianità di moglie e madre».