Fabio Perugia Riuscire a trovare una bussola per capire realmente qual è la dimensione del fenomeno dei cambiamenti climatici non è facile.
Glistessi governi fanno fatica a capire. E, di conseguenza, trovare una strategia globale per affrontare il climate change è una caccia al tesoro dove ognuno ha in mano una mappa diversa. Una cosa, però, è certa, c'è la possibilità che i cambiamenti climatici in corso ci creeranno problemi. Muteranno i nostri stili di vita, rimodelleranno la geopolitica mondiale. A questo proposito, allora, una bussola per orientarci può fornircela Gwynne Dyer, giornalista che da anni si occupa di affari internazionali. Uno che, per darvi un'idea del peso delle sue parole, ha una rubrica settimanale pubblicata su 175 giornali in 45 paesi. Bene, Dyer ha scritto il libro «Le guerre del clima», (Tropea, 286 pp, 18 euro). L'autore ci presenta le conseguenze geopolitiche causate dagli impatti ambientali legati alle mutazioni del clima. Un testo che parla della sicurezza delle nazioni, della loro economia. Ad esempio, i popoli vicini all'equatore dovranno spostarsi verso il nord per mancanza di risorse alimentari, mentre gli stati settentrionali cercheranno in ogni modo di impedire le immigrazioni di massa. Fino al rischio più grande, quello di poter scatenare una serie di conflitti all'ombra di una terza guerra mondiale. L'alternativa a questo futuro, tuttavia, secondo il nostro autore esiste ed è possibile metterla in pratica. Serve una decisa contrapposizione all'ipotesi di una catastrofe che si fondi sull'impiego della geoingegneria e delle tecnologie a essa collegate. Bisognerà, ovviamente, investire sulle fonti di energia rinnovabili e su una politica internazionale orientata alla regolamentazione e alla cooperazione tra gli stati. Certo, la strada per scacciare i problemi causati dai cambiamenti climatici è tutta in salita, ma Dyer prova a elencare comunque i mezzi che possono essere utili a contrastare il surriscaldamento. I tempi, però, sono stretti. Per troppi anni si è parlato di soluzioni senza però riuscire a individuare una strategia risolutiva. È arrivato il momento di agire.