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Benigni: «Il film di Allen sembra la storia di Renzo Bossi»

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Per Roberto il regista di «To Rome with Love» è come Matisse

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«Ilmio personaggio è il simbolo del famoso quarto d'ora di notorietà, tutti vogliono provarlo e con il tocco di Allen tutto questo accade in un mondo favolistico e reale allo stesso tempo - ha affermato ieri Benigni in uno dei suoi imperdibili show in conferenza stampa - Il mio Leopoldo Pisanello ha macchine, donne, fama e tutto senza alcun merito. Sembra la storia di Renzo Bossi, ma all'epoca delle riprese non era così. C'era ancora Berlusconi presidente del Consiglio. Le feste e le escort. C'era pure Bossi, in verità, e il sole. Oggi invece piove, ci sono gli esodati ed è cambiato tutto. In questi nostri anni tutti italiani abbiamo citato spesso i film di Allen:, a cominciare da "Il dittatore dello Stato libero delle Bananas". Oggi è fin troppo facile fare altre citazioni: da "Prendi i soldi e scappa", anzi "Prendi i soldi e basta". E poi, "Crimini e misfatti", "Criminali da strapazzo" e così via. Allen va sempre oltre la realtà, è l'unica persona al mondo che riesce ad unire nei suoi film sia Bergman che Groucho Marx. Fare oggi lo spiritoso qui, davanti a lui, è come cantare "All'Alba vincerò" davanti a Pavarotti, o suonare il pianoforte davanti a Mozart. Sul set cercavo di capire tutto, anche dove metteva la macchina da presa, dirigeva gli attori con uno sguardo, quasi fosse un grande direttore d'orchestra e questo è davvero un grande dono». Benigni ha poi preso in giro Allen per la sua mania di non dire mai niente agli attori: «Ho avuto la sceneggiatura di contrabbando per soli 10 minuti da una signora che mi ha scongiurato di non dire nulla. Ma comunque era una di quelle occasioni in cui si dice sì a prescindere dalla trama. Allen è un grande del secolo, magari tra cento anni, rifacendo "Midnight in Paris", si metterà lui tra i grandi come Matisse: Woody è come una nevicata d'agosto o una eclissi di Luna. Di sicuro, mi ha scelto perché sono il più bello, dopo Ellen Page e Penelope Cruz», ha aggiunto il divo scherzando e ricordando poi qualche aneddoto vissuto sul set con il regista. «Alla fine delle riprese ci inseguivano davvero tutti, come accade al mio personaggio. Una volta, alla Garbatella, si è fermata un'ambulanza con la sirena accesa, il guidatore mi ha visto e si è fermato, sono scese due persone e hanno voluto fare le foto con me per poi risalire di nuovo sull'ambulanza: " A Beni' mortacci tua - mi hanno apostrofato alla romana - Ora se ne riannamo subito a ripija er malato..." E in tutto questo Allen guardava sbalordito la scena, esclamando "Only in Italy", "Solo in Italia", che in effetti poteva essere anche il titolo del film». Benigni ha poi continuato lo show al Tg5 di ieri sera, anticipando che presto farà un suo film. Accanto a lui c'era anche Allen che ha elogiato il lavoro fatto da Obama in America. Ci sarà poi un grande ritorno di Benigni a "Che tempo che fa" domani, alle 20.10, dopo sei anni dalla sua prima partecipazione al programma, ospite di Fabio Fazio. Din. Dis.

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