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Titova: «Dopo Milly

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il nostro ballo diventa una commedia» Natalia: «Noi ballerini ora facciamo teatro Non l'avrei mai pensato. Un'idea nata in pizzeria»

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Dal15 aprile sarà sotto le luci della ribalta del Gran Teatro di Roma con la tappa del tour «Tutto questo danzando», commedia musicale che con i ballerini di «Ballando con le stelle», appunto: oltre a lei Samuel Peron, Vicky Martin, Agnese Junkure, Lucio Cocchi, Gabriele Marconi, Gaetano Parisi, Mikee Introna, Silvia Mazza e Angelo Trane. Natalia Titova, dopo la televisione, il programma di Raiuno, gli allenamenti e le scuole di ballo vi riunirete in teatro. Come è nata questa iniziativa? «È nata in modo molto semplice. A tavolino, nel senso che eravamo in pizzeria. Partecipiamo tutti quanti a diversi spettacoli. Usciamo tutti dall'agonismo e ci conosciamo tutti da 12-15 anni. Andavamo sempre in giro a fare gare internazionali. Conosco benissimo Vicky Martin tanti altri. Li conosco anche perché abbiamo gareggiato uno contro l'altro e poi mangiando in pizzeria. È soprattutto per amicizia». E... «Abbiamo proposto al manager di metter su il palcoscenico. È il nostro cavallo di battaglia. Ridiamo, prendiamo in giro noi stessi e i nostri compagni, siamo sulla nave magica. Ma poi continuiamo a vivere quando finisce lo spettacolo. Continuiamo a vivere come prima». Lei da quanto tempo balla? «Eh, da 30 anni. Avevo 4 anni». Danzerete in coppia, ci saranno coreografie. Insomma quale è il programma dello show "Tutto questo danzando"? «È una commedia teatrale. Parlo spesso in russo, Vicky Martin in irlandese (che non parla molto). È tutto come dovrebbe essere secondo i nostri desideri. Il pubblico è sempre molto curioso di vedere cosa succede dietro le telecamere. Siamo sempre un po' severi. Siamo anche abbastanza rigidi sia sul palco che dietro le quinte. È tutto quello che succede quando si spengono le telecamere». Come fate a insegnare il ballo a chi non lo fa per mestiere? «Ognuno di noi ha una grande esperienza. Insegniamo da molto tempo. Ognuno di noi deve essere sempre abbastanza impegnato. Dipende da come è la gente, se ha problemi, se ha voglia di ballare o ha timidezza. Prima si riesce a capire la persona che si ha di fronte, più facile è trovare le chiavi. Deve essere una bella squadra, si deve trovare qualcosa adatto a lui». "Ballando con le stelle" potrebbe ripercorrere i personaggi a cui ha insegnato a danzare? «Allora, io ho insegnato a Francesco Salvi, Rosolino, Ivan Zazzaroni, Emanuele Filiberto, Crespi e Bobo Vieri». Un giudizio sull'edizione appena trascorsa di "Ballando con te" e un parere su Bobo Vieri, con cui lei ha danzato in coppia. «È stata un'edizione molto facile. Avevamo compiti a sorpresa: ogni giorno sedici balli, che non sono pochi. È stato facile mentalmente: lui ha rispetto per il suo allenatore. Io cercavo di essere la sua partner di ballo, lui ha rispetto per il lavoro, capisce quando c'è stanchezza. E noi non avevamo problemi di stanchezza o capricci. Sembra grosso e "cattivo", tra virgolette, ma invece è il contrario. È stato difficile convincerlo a parlare. Le ultime 3-4 puntate ha ballato bene, fisicamente, ha ballato con sorriso e tranquillità. Lui nella prima puntata tremava tutto mentre l'ottava, la nona e la decima puntata sono state una grande rivincita». Secondo lei i giudici del programma sono troppo duri? «I giudici di "Ballando"? Per la verità io ne seguo una, seguo quello che dice Carolyn Smith, che è una professionista. È presente anche il pubblico da casa che guarda e vota. E ben venga sentire anche le opinioni di persone che non sono professioniste del ballo. Perché no. L'unica cosa che mi dispiace è che a volte manca un po' di rispetto. Il programma è molto severo. Sia gli scherzi che le sorprese sono vere. Siamo tutti con i fisioterapisti, con la stanchezza addosso. La giuria sì, può fare due-tre battute può dispiacere: non che sia offensivo ma per me ci deve essere meno fatica, così è un po' come... Uno schiaffetto». Il miglior ballerino che ha incontrato nelle diverse edizioni di "Ballando con le stelle". «I due migliori ballerini sono stati Kaspar Capparoni e Lorenzo Crespi». Il meno bravo. «No, meglio non dirlo».

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