Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

Calabrese il semiologo di arte e tv

default_image

  • a
  • a
  • a

Altempo stesso era il maggior divulgatore della disciplina da lui insegnata prima all'Università di Bologna, dove fu assistente di Umberto Eco al Dams, e poi all'Università di Siena, dove, come semiologo delle arti, aveva creato una scuola. Calabrese, che era anche un massmediologo, che si era occupato di «demistificare» il linguaggio della comunicazione televisiva, specie quella dei tg degli anni Settanta e Ottanta, su cui aveva scritto libri di successo, è morto la notte di sabato per un infarto, all'età di 63 anni, nella sua casa di Monteriggioni, nella campagna senese, mentre con la moglie stava guardando un programma sul piccolo schermo. Calabrese è stato un intellettuale militante, un protagonista di molte battaglie della cultura progressista, iniziate al tempo della sua direzione della rivista «Alfabeta» (1980-1990), il mensile che raccoglieva le firme, tra gli altri, di Nanni Balestrini, Maria Corti, Antonio Porta, Umberto Eco, Pier Aldo Rovatti e Paolo Volponi. Ha diretto «Rivista illustrata della comunicazione» e «Metafore» e ha fondato «Carte semiotiche», collaborando ad altri periodici come «Casabella», «Viceversa», «Estudios semioticos», «Versus - Quaderni di studi semiotici». Ha collaborato a molti quotidiani, tra cui La Repubblica» e «L'Unità». Con Prodi ha contribuito alla nascita dell'Ulivo. Tra i suoi libri «Semiotica della pittura» (1980), «Come si vede il telegiornale» (1980, in collaborazione con Ugo Volli), «Il linguaggio dell'arte» (1984) e «La macchina della pittura» (1985). I volumi più recenti: «Il telegiornale: istruzioni per l'uso» (1996), «Come nella boxe. Lo spettacolo della politica in tv» (1998), «Breve storia della semiotica» (2001). I funerali si terranno oggi pomeriggio nella facoltà di Lettere dell'università di Siena.

Dai blog