di Andrea Gagliarducci Liberare la Dottrina Sociale della Chiesa Cattolica dalle catene.
Doverecuperare la Dottrina Sociale della Chiesa? Quali sono le catene che la imprigionano? L'Osservatorio Van Thuan fa un'analisi che parte dal Magistero del Papa - "E' la nostra bussola", afferma Giampaolo Crepaldi, vescovo di Trieste e presidente dell'istituzione - e racconta una serie di storie particolari (come la recezione della Caritas in veritate, l'ultima enciclica sociale della Chiesa Cattolica, negli Usa). E l'Italia? Alla presentazione del rapporto, ieri presso la Pontificia Università Lateranense, c'è Carlo Costalli, presidente del Movimento Cristiano Lavoratori. A tirare le conclusioni sarebbe dovuto venire Raffaele Bonanni, presidente dalla Cisl, bloccato però da un problema familiare. Sono gli stessi che hanno aperto e chiuso l'incontro organizzato a ottobre a Todi dal Forum delle Associazioni e delle Persone Cristiane del mondo del Lavoro, da cui provengono - tra l'altro - tre ministri del governo Monti. Per Costalli la parola d'ordine è una: ripartire dalla Dottrina Sociale. "Credo - afferma - che il riferimento alla Dottrina Sociale è indispensabile per i cristiani che vogliono impegnarsi nel sociale ed in politica. Si fa molta confusione su di loro. Perché a parole la Dottrina Sociale è conosciuta, ma in realtà c'è n'è una conoscenza superficiale". I motivi per cui c'è questa conoscenza superficiale, queste "catene" come le chiama il rapporto, sono snocciolate - indice alla mano - dal rettore dell'Università Lateranense Enrico dal Covolo. Ci sono le catene esterne: l'aggressiva cultura laicista in crescente aumento, le forze che stanno programmando un brutale e continuo attacco alla vita e alla famiglia, le agenzie culturali che diffondono un pensiero unico quanto errato sui temi della procreazione. Ma ci sono anche la catene interne: disattenzione nei confronti del Magistero del Papa, una debole ed estemporanea attenzione alla Dottrina Sociale. E dal Covolo - che auspica una collaborazione tra l'area di studi della Lateranense Caritas in Veritate e l'Osservatorio Van Thuan - ripercorre poi il Magistero del Papa, ricorda l'importanza della religione nella società (e del tema dell'assenza di Dio il Papa ha parlato nel suo incontro privato con Fidel Castro a Cuba) e sottolinea il pensiero del Papa, che sostiene come la dimensione religiosa possa fungere anche da "correttivo" della stessa ragione. Il punto del dibattito, in Italia, riguarda piuttosto se l'impegno dei cattolici in politica si debba tarare tutto sui temi della vita o se non piuttosto si debba orientare verso l'agenda sociale. Una dicotomia che è sembrata evidente. "Gli amici del centrodestra - racconta Costalli - puntavano tutto sui temi della vita. Gli amici del centrosinistra, tutto sull'agenda sociale. Ma io invece sono convinto che le due cose possano coesistere". Forse la difficoltà sta proprio nel far conciliare i due aspetti, nello sfuggire al radicalismo del dibattito. Ci prova Mariano Crociata, segretario generale della Cei, che interviene alla presentazione del rapporto dell'Osservatorio. Ricorda Crociata: "Non c'è fede né vita cristiana senza conseguenze sociali, senza un rilievo pubblico e istituzionale di scelte di fede personali e comunitarie. C'è una fiamma viva della fede che tende alla santità e alla testimonianza senza temere la chiamata al martirio, parola troppo forte per le nostre orecchie, ma ordinaria in tante regioni della terra dove credere in Cristo mette continuamente in repentaglio la vita". Come la Dottrina Sociale sia accolta, disattesa, persino contrastata in varie regioni del mondo è spiegato nella seconda sezione del rapporto, che elenca le questioni in gioco. Tra queste, Crociata ne cita una: le ideologie Onu, dissimulate da formule come salute riproduttiva e la filosofia del Gender". Di un cambio di dizionario all'Onu ne ha parlato più volte anche Silvano Maria Tomasi, Osservatore Permanente della Santa Sede presso le Nazioni Unite. Il quale di recente ha chiesto di difendere l'universalità dei Diritti Umani, che "già prevedono e provvedono che non ci sia discriminazione, per cui arrivare a proporre eventualmente dei diritti particolari va ad indebolire questo principio dell'universalità dei diritti come finora intesa". Dallo scenario internazionale all'Italia. Crociata ricorda il lavoro delle Settimane Sociali dei Cattolici in Italia, ne sottolinea le proposte "importanti" su legge fiscale, riforma elettorale, democrazia interna ai partiti per quanto riguarda la vita pubblica, e - per quanto riguarda l'impegno delle aggregazioni laicali - le idee sulla partecipazione alla vita sociale, sul contrasto a lavoro sommerso, sull'impegno delle scuole, sulla salvaguardia del creato senza ideologie preconcette. Sono proposte che partono ispirate dalla Dottrina Sociale, che "in un mondo di squilibri, di spostamento dell'asse geopolitico - afferma il ministro della Cultura Ornaghi - rappresenta una vera risorsa".