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di Antonio Angeli «Aveva la caratteristica dei grandi: non era mai lui che ti diceva cosa dovevi fare.

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Wilder,del quale in questi giorni si celebra il decennale della scomparsa con una valanga di film in tv, adorava l'Italia e il suo cinema: ammirava soprattutto Pietro Germi e, arrivato nel '72 tra Ischia e Sorrento per girare una delle sue spassose pellicole: «Che cosa è successo tra mio padre e tua madre?», incontrò Pippo e lo volle nel suo film. «È stata una bellissima avventura - ricorda il comico - mi chiese di "inventare" un personaggio, con dei tic, un modo buffo di camminare. Io gli risposi che, scusi, ma è lei Billy Wilder, dovrebbe essere lei a dirmi quello che devo fare... Ma mi lasciò libero. Gli chiesi una settimana per costruire lo strano tipo e non ci furono problemi». Wilder all'epoca di «Che cosa è successo tra mio padre e tua madre?», irresistibile commedia degli equivoci con Jack Lemmon e Juliet Mills, era uno dei registi più famosi al mondo. «Era incredibile vedere quanto Wilder andasse d'accordo con Lemmon», dice ancora Franco. Erano anni che i due facevano film insieme: come «A qualcuno piace caldo», del '59, che segnò il successo planetario di Wilder. In realtà il simpatico ed elegantissimo signore, nato in Galizia nel '906, che ai tempi faceva parte dell'impero Austro-Ungarico, ma che con l'ascesa di Hitler pensò bene, viste le sue origini ebraiche, di trasferirsi negli Stati Uniti, era diventato famoso per i suoi film noir. Anzi, con «Viale del Tramonto», del 1950, uno dei pilastri della storia del cinema, è considerato il fondatore di un certo noir. Realizzò poi «L'asso nella manica», un film drammatico che ebbe uno straordinario successo e che Alberto Sordi prende un po' in giro nel suo «Americano a Roma». Insomma Wilder dopo una carriera drammatica sfolgorante decise che si era rotto le scatole del genere e divenne il re della commedia. E non è che fece filmetti: realizzò le commedie più commedie della storia, quelle viste e riviste, che avrebbero fatto ridere generazioni di persone e delle quali sarebbero stati fatti (ovviamente senza successo) tanti remake. Wilder firmò, nell'ordine: «Sabrina», del 1954 con Audrey Hepburn, Humphrey Bogart e William Holden. A un certo punto Holden, in meraviglioso smoking bianco, prende una bottiglia di champagne, si infila due bicchieri a gambo nella tasca di dietro dei pantaloni e parte per un'avventura galante. Riuscire a non ridere quando, inavvertitamente, si siede, riempiendosi il di dietro di schegge, è impresa impossibile. Poi: «Quando la moglie è in vacanza», quello con la Monroe che finisce sulle grate della metropolitana e il vento le solleva la gonna. Un'immagine immortale che, dall'ormai lontano '55, è diventata il simbolo stesso della seduzione. E poi, ancora: «L'appartamento», del 1960, «Uno, due, tre!» (1961), con una delle ultime eccezionali interpretazioni di James Cagney, e ancora «Irma la dolce» (1963), «Baciami, stupido» (1964), «Non per soldi... ma per denaro» (1966), «Vita privata di Sherlock Holmes», (1970) per arrivare a un piccolo capolavoro: «Prima pagina», con la «premiata ditta» Walter Matthau-Jack Lemmon: una satira feroce e azzeccatissima del mondo del giornalismo. «Wilder amava l'Italia», racconta ancora Pippo Franco che, parlando del famoso regista statunitense è come un "Virgilio" nella Divina Commedia. «Anche perché - prosegue Pippo - l'Italia di allora: Ischia, Sorrento, erano luoghi meravigliosi. Certo dell'Italia aveva una visione stereotipata... da americano». Amava l'Italia di sicuro, visto che, arrivato ai tempi nel Belpaese, per il cast scelse tanti attori di qui. Uno dei più cari amici di Wilder è stato il grande sceneggiatore italiano Luciano Vincenzoni, che iniziò la sua carriera proprio con Pietro Germi tanto ammirato da Wilder. A chi volesse rinfrescarsi la memoria con qualcuno di questi grandi film basterà accendere la tv: oggi su RaiMovie, poco prima dell'una di notte, «Non per soldi ma per denaro», dove il giovane cameraman, Harry Hinkle (Jack Lemmon), si finge paralizzato per organizzare una truffa ai danni dell'assicurazione. Domani a mezzanotte «L'appartamento», con Jack Lemmon nei panni di un «carrierista» che concede la sua piccola abitazione ai superiori in compagnia delle loro amichette. Ma scoprirà che una di loro è la ragazza dei suoi sogni. Venerdì all'una «Giorni perduti» e chiude il ciclo «Scandalo internazionale», sabato a mezzanotte e venti: un'amara commedia ambientata in Germania. Altri film anche su Sky, canale Mgm.

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