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Roma inserita nel circuito del treno più famoso del mondo Lusso e raffinatezza come nel romanzo di Agatha Christie

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Stiamoparlando dell'Orient Express, un sogno su rotaia che né il tempo né due guerre mondiali né la velocità dei moderni mezzi di trasporto sono stati in grado di eclissare. Questo mitico treno, come un'araba fenice, è stato in grado di mettersi al passo con i tempi senza perdere lo stile e la classe che lo resero celebre nei primi decenni del XX secolo, quando sfrecciava su varie rotte europee collegando insieme il Tamigi con il Bosforo. Le carrozze blu sostavano anche nella Laguna veneziana. La Serenissima era l'unica città italiana ad essere baciata dal del treno dei treni. Oggi cambiati i tempi, gli itinerari, i viaggiatori, l'Orient Express si è concesso una non piccola deviazione che lo ha portato sui Sette Colli nel collegare Venezia con Roma in un itinerario tutto italiano lungo lo Stivale. Il capolinea è Roma-Ostiense e non la rumorosa Termini delle veloci Freccerosse e degli affollati convogli regionali, ma una stazione più "appartata" nella quale, una o due volte all'anno si potranno vedere, di sera, dei passeggeri fuori dall'ordinario abbigliati secondo il rigoroso dress code previsto dalla Compagnia del Venice Simplon Orient Express (VSOE). Non ci si potrà non innamorare delle carrozze minuziosamente restaurate nello stile degli anni Trenta: un salotto con una finestra che corre veloce sul paesaggio della costa tirrenica su su per il verde della Maremma; un comodo divano letto con tanto di abat-jour e una toilette, discretamente celata tra le insospettabili ante di un armadio dietro uno specchio dalle dimensioni assai vistose, ma si sa che a bordo la vanità non è un peccato, ma un obbligo cui attendere, con piacere. I bagni veri e propri sono solamente due, per scompartimento, poiché il lusso esige, nelle pieghe strane della sua contraddizione, anche insospettate "scomodità". In compenso i pranzi e le cene sono regali: cibi lucullianamente incorniciati da una mice en place tutta cristalli ed argenti da fare invidia alle tavole principesche che il celebre cuoco Vatel allestì per il Gran Condè. E pensare che il tutto è frutto del lavoro meticoloso, se non piuttosto prodigioso, di uno chef, un novello Vatel indubbiamente, che opera in una cucina di appena tre metri quadrati! E poi? Un pianoforte a coda, poltrone e cocktail da mille e una notte che fanno dimenticare il frastuono delle rotaie e lasciano spazio all'immaginazione. Sì proprio un'estasi della fantasia che ispirò ad Agatha Christie «Murder on the Orient Express», un giallo scritto tutto di getto per il suo Poirot nella stanza 411 del Pera Palas Hotel di Istanbul, l'antico capolinea del treno del lusso. E come non ricordare la fuga di James Bond sul treno Istanbul-Parigi nel capolavoro di Ian Fleming «007 dalla Russia con amore»? Era cominciato tutto il 4 ottobre del 1883 quando Georges Nagelmackers, un imprenditore belga, inaugurava la prima tratta dell'Orient Express Parigi-Giurgi (Romania) passando per Strasburgo, Vienna, Budapest e Bucarest. Il convoglio aveva quattro carrozze per i bagagli, due vagoni letto, un vagone ristorante e ospitava all'incirca cinquanta passeggeri, le celebrità della Belle époque: tra di essi sovrani, ambasciatori, spie, scrittori. Nel 1906, con l'apertura del Simplon Tunnel tra la Svizzera e l'Italia la distanza tra Venezia e Parigi fu notevolmente accorciata e, appena quindici anni più tardi quel treno collegava la Serenissima con la capitale dell'Impero Ottomano. Fu quello il periodo aureo per i viaggi dell'Orient Express, infine dovevano essere la Seconda guerra mondiale e soprattutto i più veloci aeri a minare la stagione del lusso sui binari. L'Orient Express non poteva tuttavia morire. A salvarlo è stato l'imprenditore americano James B. Sherwood che nel 1977 cominciò la sua avventura con l'acquistare due carrozze a un'asta di Sotheby a Montecarlo e poi da asta ad asta e 16 milioni di dollari investiti riuscì a rimettere insieme e restaurare ben 35 vagoni letto e alcune carrozze ristorante. Il 25 maggio 1982, la leggenda su rotaie riprendeva il suo posto nella storia europea con il viaggio inaugurale Londra-Venezia sotto il marchio di Venice Simplon Orient Express, sognando di nuovo Istanbul… Da Costantinopoli a Roma dunque, due capitali oggi lontane eppure accomunate da una stessa storia, quella di un impero millenario, e da un treno che di millenni ne ha visti, a suo modo, ben due. "Sherwood ha ridato vita ad una 'fantasticheria' iscrivendola all'interno di un circuito del lusso e della favola che non ha eguali nel mondo e che oggi vive una stagione di grande e crescente sviluppo". A Parlare è Giulio Gentile director of communication at Orient Express Hotels, ma soprattutto voce e memoria storica dell'avventura, anche italiana, di questo imprenditore statunitense che, ad un certo punto della sua carriera, ha deciso di investire in un sogno che viaggia nuovamente da Parigi a Venezia, a volte deviando per Roma non potendo più contare di arrivare, per ora, nella capitale bizantina-ottomana. "Lì tuttavia - ammette Gentile - l'Orient Express sta comunque tentando di ritornare per una avventura che sarà a suo modo a cinque stelle". Roma intanto aspetta di entrare a pieno titolo nel mondo dell'Orient Express, nella speranza di restituire al treno delle mille vite e delle mille avventure quel tocco di 'imperiale regalità' che ancora gli manca.

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