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Voglia di Macro tra pantere e buste di plastica

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Oggiè atteso il passo decisivo con l'approvazione in Giunta comunale nell'ambito dell'assestamento di bilancio. Lo ha annunciato l'assessore alle Politiche culturali del Comune, Dino Gasperini, in occasione della presentazione delle prime mostre volute dal nuovo direttore del MACRO, Bartolomeo Pietromarchi, non tutte convincenti. Sempre di più il museo di via Nizza appare come un laboratorio in cui gli artisti sono chiamati a lavorare sul posto e in relazione con lo spazio. Lo dimostra il programma di artisti in residenza, che soggiornano e lavorano nel museo, a rotazione, con un coinvolgimento diretto del pubblico. Ed è una buona notizia anche la decisione di riaprire al pubblico l'ingresso di via Reggio Emilia. Fra le nuove opere, nella hall spicca per impatto e vivacità l'enorme scultura, alta dieci metri, «Plastic bags» di Pascale Marthine Tayou, fatta da una miriade di buste di plastica colorate e sospesa nel vuoto. Sacrosanto è l'omaggio a Vettor Pisani, scomparso da pochi mesi, di cui viene documentata la collaborazione con Michelangelo Pistoletto, sotto il segno dell'onnipresente e non di rado ingombrante eredità di Duchamp. Pregevole lo spaccato offerto della collezione Berlingieri, una delle più importanti in Italia, con uno strepitoso autoritratto di Warhol, un emozionante video di Bill Viola, una coinvolgente installazione di Mochetti che mette in vibrazione il nostro sguardo nel rimpallo di luci al laser, un lavoro storico di Bruce Nauman, una splendida proiezione antropomorfa di Tony Oursler. Tra l'altro sette di queste opere saranno lasciate in deposito al MACRO. Troppo cerebrali appaiono invece le installazioni della sala Enel, in particolare quella di Marcello Maloberti, con una sfilata fine a se stessa di pantere nere in ceramica messe in relazione ad altri interventi fondati sulla dialettica fra ordine e disordine. Colmo di intensità è il video di Mircea Cantor in cui una fiamma passa di mano in mano in un cerchio di persone intente a pregare. È difficile invece considerare come un'opera d'arte il video «Casting Jesus» di Christian Jankowski, che ha filmato l'audizione di 13 aspiranti attori per il ruolo di Gesù da parte di una giuria composta da rappresentanti dello Stato del Vaticano. Gab. Sim.

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