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L'amore? È una fregatura Però salverà il mondo

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Con «La confessione» racconta un po' se stesso «Ormai non riesco a vivere senza scrivere»

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Nonso se riuscirei a scrivere qualcosa senza partire da esperienze dirette o comunque vissute da persone che, in qualche modo, mi hanno raccontato o coinvolto. Perché lo ha scritto? L'ho scritto perché scrivere per me è un'esigenza quasi vitale. Prima scrivevo solo canzoni, adesso ho allargato il campo d'azione. Non l'ho certamente scritto per togliermi dei sassolini dalle scarpe, anche se scrivere un romanzo così fortemente ispirato alla realtà, ti consente di raccontare fatti e persone come in altri casi non potresti fare. Che rapporto ha con la confessione? Non mi confesso dal 1974 quando mi sposai con mia moglie Anna. Non ne sento il bisogno non credo di avere peccati gravi da confessare e, se così fosse, non andrei certo a raccontarli ad un prete. Il titolo lo ha scelto lei? È stata una scelta voluta da me ma concordata non solo con me. È cattolico? Sono nato ed appartengo ad una famiglia cattolica ma con il passare del tempo mi sono sempre di più allontanato dalla religione in senso lato. Anche io come ogni uomo mi chiedo continuamente chi siamo e da dove veniamo, ma non ho ancora trovato una risposta. Nessuna religione nessun credo che io conosca mi ha saputo almeno fino ad oggi rispondere. Insomma...Dio c'è? Così come ce lo raccontano le confessioni religiose del nostro pianeta non esiste. Sa perdonare? Assolutamente sì. Cantare e scrivere, più differenza o somiglianza? Cantare e scrivere sono due cose molto diverse: quando si canta si è più istintivi quando si scrive si è più filtrati. Firma «La confessione» con il suo vero nome Enzo Ghinazzi, c'è un perché? Ho firmato con il mio vero nome per dare un segnale a quelli che ancora credono che Pupo sia solo quello di "Gelato al cioccolato". Senza rinnegare nulla, io adoro lo pseudonimo di Pupo e mi piace cantare ancora le mie vecchie canzoni ma sembra che ancora ci sia una frangia di irriducibili fermi agli anni '70 e '80 per i quali io non mi sono, professionalmente parlando, mosso nemmeno un millimetro. Questo è uno dei motivi. Un altro è che Rizzoli gradiva che io lo firmassi con il mio nome anagrafico. È più Pupo o Ghinazzi? Sono ambedue. La parte infantile che c'è dentro di me è ancora molto viva e presente. A volte prende il sopravvento. E scrivere testi per canzoni è ancora un'altra cosa? Scrivere testi per canzoni è il contrario di scrivere romanzi. Per scrivere canzoni è fondamentale essere dotati di sintesi nel romanzo invece devi essere bravo a saperti soffermare sui dettagli sui particolari. «La confessione», un romanzo per dire la verità e descrivere la realtà? Non tanto per dire la verità in senso assoluto mi guarderei bene dal farlo ma per scrivere una realtà, un degrado di cui tutti noi siamo colpevoli e partecipi, questo sì, negli ultimi anni il mondo dello spettacolo soprattutto quello della televisione ha raggiunto i suoi livelli etici e professionali più bassi. L'amore è? È per un altro essere umano nel mio caso intendo dire almeno per il momento per una donna e quasi sempre un percorso pieno di insidie e di sofferenza intervallato da rari momenti di gioia. In pratica, una fregatura. L'amore nel senso lato è la salvezza del mondo. L'amicizia è? L'amicizia è un bene prezioso molto di più dell'amore. Conosce l'odio? Ho provato alcuni secondi di odio che poi per fortuna hanno sempre lasciato il posto alla comprensione, al perdono, alla rassegnazione e qualche volta all'indifferenza. Cantante, scrittore o conduttore televisivo...? Sono un uomo curioso avido di esperienze. Adoro comunicare con gli altri attraverso qualsiasi mezzo. Sono nato per stupirmi ogni giorno, per sfidare sempre qualcosa o qualcuno e per stupire gli altri. E il giocatore? Non gioco più d'azzardo, non ho più quella forte esigenza: devo ammettere però che avendo una proprensione endogena verso il rischio in tutto ciò che faccio nella vita anche in quella professionale non posso fare a meno di giocare. La famiglia è un valore? La famiglia è un valore quando non si nasconde dietro se stessa: l'ipocrisia, la falsa morale sono alcuni dei nemici più pericolosi della famiglia; non è detto che la famiglia intesa in senso generale sia sempre una cosa buona; posso dire che non cambierei la mia famiglia con nessun altra famiglia al mondo, sono orgoglioso della mia famiglia. Un ricordo della infanzia? Mi ricordo quando mia mamma prima di lasciarmi uscire con i miei amici a giocare a pallone mi faceva asciugare i piatti e le stoviglie. Un consiglio di suo papà? Mio babbo mi diceva che non dovevo mai umiliare nessuno e considerare ogni individuo, dal Papa allo scemo del villaggio, allo stesso modo ed io l'ho sempre fatto. Una lamentela di mamma? Mia mamma ritiene che sia troppo bischero dice che ogni volta che qualcuno mi chiede qualcosa lo accontento sempre: per me questo non vuol dire essere un bischero ma essere generosi. Il suo primo amore? Si chiamava Angela ed era di Ponticino, il mio paese, adesso è felicemente sposata e credo abbia figli splendidi ma secondo me mi vuole ancora bene. Il successo è? Il successo è passato prossimo del verbo succedere quando hai successo purtroppo è già successo e bisogna andare avanti questo è il vero dramma del successo. Andare avanti e conviverci nonostante tu sappia che è già successo. Una telecamera che sensazione le dà? Non mi crea nessun imbarazzo. Sono un egocentrico felice di esibirmi e di stare di fronte agli obiettivi: se devo dire che cosa veramente mi da una telecamera dico che mi sentire nel posto giusto. E un microfono? Mi fa sentire vivo. Il suo romanzo è ambientato a Sanremo: un posto che le ha cambiato la vita? La mia carriera artistica non è partita da Sanremo io a metà degli anni '70 ebbi grandi successi come "Ciao", "Forse", "Gelato al cioccolato", che si affermarono grazie ad una forte promozione presso le radio private dell'epoca e le trasmissioni televisive varie alle quali partecipai non ultimi i tanti successi concerti dal vivo che facevo. Il festival di Sanremo all'epoca era diciamo caduto in disgrazia e non veniva nemmeno trasmesso in diretta tv. Partecipai al festival per la prima volta nel 1980 con "Su di noi" e possiamo dire che quell'anno fu l'anno della rinascita della manifestazione che per la prima volta dopo diversi anni venne di nuovo trasmessa in diretta televisiva. Sanremo mi ha consacrato a livello internazionale, in questo senso si un po' mi ha cambiato la vita. La musica può cambiare il mondo? Migliora sicuramente la vita ma non può cambiare il mondo. Il mondo lo cambia solo l'amore ed il rispetto. La bellezza è? La bellezza sta nell'arte: in alcuni quadri riesco a vedere il manifesto della bellezza. È un uomo coraggioso? Sì, almeno sopra la media. Scriverà altri libri? Spero proprio di si.

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