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De Vito: «Io, buffo e basso come il mio personaggio»

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Attore,regista e produttore cinematografico, americano di origini italiane (suo padre di famiglia siciliana aveva un negozio di dolci e sua madre di origine lucana era casalinga), prima di studiare all'Accademia di Arti Drammatiche di New York, Danny lavorò nel salone di bellezza della sorella. Sposato con l'attrice Rhea Perlman dalla quale ha avuto tre figli, il comico è noto per la sua passione per il limoncello, che si è trasformata in business: nel 2007 ha lanciato il suo marchio Danny DeVito's Premium Limoncello sugli scaffali dei supermarket statunitensi. Il divo è ora venuto in Italia per presentare «Lorax - Il guardiano della foresta», favola ecologista in 3D, tratta dal libro del Dr. Seuss, che vede De Vito nei panni di Lorax, buffa creatura arancione in lotta per l'equilibrio ecologico del mondo. Il film (distribuito in Italia a giugno da Universal e in anteprima al Future Film Festival il 30 marzo), in Usa, ci ha messo solo un giorno (il primo) a rientrare nei costi di produzione: il budget di 70 milioni di dollari è infatti stato coperto dall'incasso d'esordio, pari a 72 milioni di dollari. «Ho scelto di doppiare il personaggio di Lorax per poter finalmente gesticolare all'italiana - ha detto il comico - Da papà ho raccontato spesso queste storie e sono convinto che saranno le donne a salvare il mondo. Intanto, io non vedo una pompa di benzina da sei mesi, perché ho la macchina elettrica che ricarico in garage tutte le sere. Ho doppiato il film anche nella versione italiana, ma mi ci vorrebbe un po' più di tempo per imparare a parlare italiano fluentemente: d'altra parte, mi ricordo che Marcello Mastroianni aveva avuto più di una difficoltà a imparare l'inglese, mi conforta pensare di confrontarmi con uno come lui su questo terreno. In realtà, sono sempre stato stupito di quanto mi assomiglia il Lorax. Sembra quasi che il Dr. Seuss mi abbia visto prima di inventarlo: è pieno di energia, è una bomba ed è molto basso! Tra l'altro, non porta le mutande. E poi, a Beverly Hills, è risaputo che anch'io vivo in un tronco d'albero, lo trovo davvero silenzioso e confortevole. Conoscevo molto bene il libro, è sempre stato di casa da noi e ho passato questa mia passione anche ai miei tre figli. È una storia incredibile e visionaria, soprattutto se considerate che è stata scritta 40 anni fa. E credo che sia molto importante trasmettere ai giovani il messaggio del libro, che non è contro l'industria, come ha detto qualcuno. Se fosse vivo, vorrei lavorare con Fellini, subito. Ma è stato molto bello anche farsi dirigere da Monicelli ne "La mortadella" a fianco di Sophia Loren e Gigi Proietti. Adoro l'Italia, Roma e, tra i personaggi di fantasia, ho sempre amato Pinocchio».

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