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Il «nero» di Leonardo nella Battaglia di Anghiari a Palazzo Vecchio

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Sonorisultati che emergono dopo l'ultima fase di studi, la più tecnologicamente avanzata, condotta da Maurizio Seracini, l'ingegnere fiorentino che da 37 anni sta dando la «caccia» al capolavoro perduto di Leonardo. Dentro la parete, dunque, sono stati trovati frammenti di colori: nero, rosso e beige. In laboratorio la scoperta più clamorosa l'ha data il campione di colore nero: il team di Seracini dice che la sua composizione chimica è molto compatibile con il pigmento nero usato per le velature brune della Gioconda e del San Giovanni Battista di Leonardo esposti al Louvre. «Anche se siamo alle fasi preliminari della ricerca - commenta Seracini - le prove dimostrano che stiamo cercando nel posto giusto». Ottimismo giustificato da un'altra conferma: per anni le indagini radar di Seracini davano l'anomala esistenza di una cavità, di un vuoto nella parete est. E solo lì, in tutto il Salone dei Cinquecento. Ma finora non era stato dimostrato. Invece l'esito degli esami endoscopici di fine 2011 conferma la presenza di un'intercapedine. Proprio come se Vasari - incaricato di ristrutturare Palazzo Vecchio e la Sala del Gran Consiglio (o Salone de' 500) - avesse voluto «salvare» il Leonardo erigendo una parete di fronte proprio all'affresco della Battaglia di Anghiari considerata dai coevi la più maestosa del Rinascimento. La ricerca, in collaborazione con National Geographic, Università di San Diego e Comune di Firenze, «si sta svolgendo sulla parete giusta», ha detto il sovrintedente di Firenze, Cristina Acidini. E ora? Per il sindaco Renzi «l'indagine deve andare avanti.Stiamo parlando di Leonardo: troveremo finanziamenti dai privati».

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